In Umbria crescono le aggressioni a operatori sanitari: nel 2022 registrati 141 casi
Le azioni messe in atto dalle Aziende sanitarie dell’Umbria per contrastare la violenza ai danni degli operatori sanitari e socio-sanitari, in crescita soprattutto dopo la pandemia, e gli impegni per il futuro oltre alla necessità di sensibilizzare la società civile anche grazie agli organi di informazione sono i temi toccati durante “Abbi cura di chi ti cura”, incontro che si è svolto alla Sala dei Notari di Perugia. L’iniziativa organizzata dal Centro unico regionale di formazione in sanità, voluta dalla Regione e promossa in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, che ricorre il 12 marzo, ha lo scopo di promuovere e diffondere – è stato sottolineato – una cultura che si discosti da ogni forma di violenza nei confronti dei lavoratori del settore sanitario, nonché sensibilizzare gli operatori stessi e i cittadini come il valore del “bene” salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, sia un obiettivo comune da raggiungere anche per garantire il benessere della comunità. Un tema molto sentito tanto che l’iniziativa ha registrato 250 adesioni da parte di operatori di Usl Umbria 1 e 2, Azienda ospedaliera Perugia e di Terni. A essere evidenziati sono stati i dati delle aggressioni e degli atti di violenza sul lavoro nella sanità e assistenza sociale, con 141 casi in Umbria (115 con aggressione verbale e 26 fisica) nel 2022 (47 nel 2021, 79 nel 2020). In 123 segnalazioni non si è registrato nessun danno, in 17 un danno lieve/moderato e in un caso un danno severo. Oltre ai classici luoghi dell’emergenza, ora gli atti di violenza sono poi in crescita in area medica e nelle sale d’attesa.