Inversione di tendenza, migliora l’andamento in Umbria. Variante brasiliana in 95 campioni, quella inglese in 52
La diminuzione è lenta ma c’è un’inversione di tendenza. Lo ha detto il dottor Marco Cristofori del nucleo epidemiologico regionale, in occasione della presentazione del report di questa mattina. La provincia di Perugia ha ridotto di 100 punti l’incidenza settimanale, un risultato sicuramente significativo. Attualmente siamo a 271,53 casi ogni 100 mila abitanti, ci stiamo avvicinando alla soglia critica di 200 casi; la provincia di Terni, invece, viaggia su numeri completamente diversi: 77,42 casi ogni 100 mila abitanti. L’incidenza dell’Umbria, grazie alla ottima tenuta del ternano, è del 221,68 ogni 100 mila abitanti. I ricoveri sono ancora troppi anche se si registra negli ultimi giorni una generale stabilizzazione, commenta la dottoressa Carla Bietta. Altra notizia favorevole arriva direttamente dall’assessore regionale alla sanità Luca Coletto: ” I cluster stanno diminuendo , a cominciare dall’Azienda Ospedaliera di Perugia, se non addirittura sparendo. Abbiamo più guariti che nuovi casi “. Un bilancio positivo che, a parere dei vertici della sanità umbra, fa respirare le strutture sanitarie e conferma la bontà delle misure restrittive. L’unica fascia d’età in controtendenza , sia pure in maniera lieve, è quella fra i 19 ed i 24 anni, “forse – afferma il dottor Cristofori – rappresenta la popolazione che gira e si incontra di più”. Preoccupa, invece, il tema “varianti”. L’indagine condotta su 176 campioni sequenziati dall’Istituto superiore di sanità ha dato il seguente verdetto: la variante brasiliana è stata riscontrata in 95 campioni (69 a Perugia) e quella inglese in 52 campioni (23 a Perugia). Altri 29 test hanno fatto emergere “micro varianti”. ” A Perugia come a Terni, in maniera diversa, abbiamo riscontrato sia la variante inglese che quella brasiliana”, annuncia il Commissario all’emergenza Covid dell’Umbria, Massimo D’Angelo. Il laboratorio dell’Azienda Ospedaliera di Perugia ha riscontrato la variante brasiliana nel 71% dei campioni e quella inglese nel 24%; i laboratori dell’Azienda Ospedaliera di Terni e dell’Istituto zooprofilattico di Perugia hanno fatto emergere la variante brasiliana nel 25% dei campioni e quella inglese nel 21%. I laboratori di Foligno e Spoleto hanno registrato la variante brasiliana nel 43% dei campioni e quella inglese nel 57%. Il laboratorio di Città di Castello ha fatto emergere la variante brasiliana nel 34% dei campioni e inglese nel 39%. Sui 176 campioni umbri esaminati, il 54% contiene la variante brasiliana e il 30% quella inglese.