La Tesei sogna una legge speciale per l’Umbria: “Combattiamo per l’Italia”. I voli pindarici della governatrice
Mentre medici e infermieri stanno lottando da un anno per curare e salvare i malati Covid, la politica vive un dramma nel dramma con un disorientamento dei cittadini sempre più palpabile. Oggi in Umbria sono più le incognite che le certezze. Anziché chiedersi se sinora è stato fatto tutto il possibile, la governatrice dell’Umbria si esercita in voli pindarici. Prima di chiedersi se , ad esempio, sono state fatte le assunzioni necessarie per non lasciare soli i nostri medici e infermieri, la presidente Tesei si lancia a capofitto sulla richiesta di una “legge speciale per l’Umbria ” in quanto la nostra Regione ” sta combattendo a difesa dell’Italia”. Appena vedrò Draghi, sostiene la Tesei, ” chiederò una legge speciale con fondi da destinare a famiglie e attività”. Del resto, ragiona la governatrice , ” abbiamo intercettato sul territorio due varianti del Covid, inglese e brasiliana”. La Tesei sa bene – basta fare un breve giro negli ospedali o sul territorio – che diverse cose in Umbria sono andate storte, molte non sono state fatte e gli operatori sanitari sono stati costretti a combattere in solitudine. E’ stato anche un pezzo importante della sua maggioranza (Fdi) a chiedere un cambio di passo rispetto a quanto fatto. Addirittura il Presidente del Consiglio Regionale, la più alta carica istituzionale, le ha detto che si è stancato delle “parole” e ” il coronavirus non può essere più un alibi”. Tutto questo significa tornare a occuparsi dei problemi reali, delle cose che non vanno e individuare quelle più urgenti. Occorrono subito segnali concreti per non aggiungere ritardo a ritardo. Dobbiamo chiederci se è stato fatto tutto il possibile per prevenire. La risposta è sotto gli occhi di tutti. Prima ancora di fare voli pindarici si devono inviare segnali concreti a tutti coloro che ogni giorno si prendono cura di chi sta male. Il tutto senza nascondersi nella ragnatela dei ” non si può”, “non lo permettono le norme” e ” colpa del governo”. Ma veramente la Tesei crede che il Parlamento italiano può fare una legge speciale sulla pandemia per l’Umbria ? Non scherziamo, le cose sono due: o la Tesei non sa più che pesci prendere oppure si è trattata semplicemente di una provocazione. Ma il tempo che l’Umbria vive non consente nessuna delle due ipotesi. Oggi c’è solo una strada da percorrere: abbassare la trasmissione virale a ogni costo, ritornare al più presto ad un monitoraggio efficace e poi mantenerlo, oltre ad assumere medici e infermieri per adeguare gli organici dei nostri servizi. Questo è un momento in cui serve uno scatto in avanti, soprattutto di protezione. Occorre soltanto affrontare i tanti problemi emersi in questi 12 mesi senza illudersi , senza illudere , evitando di suscitare vane speranze. Elevarsi a salvatori della Patria e far apparire le cose migliori di ciò che sono in realtà è nello stesso tempo un’ingenuità e un pericolo.