Liste d’attesa, via libera alla legge del nulla: nessuna risorsa e pazienti dirottati sul privato
E’ di ieri il via libera definitivo della Camera dei Deputati al decreto per l’abbattimento delle liste d’attesa. Per molti si tratta di un decreto “fuffa” che non mette risorse e favorisce la sanità privata. Per altri l’esito inevitabile di questo provvedimento sarà l’esodo di massa dagli ospedali con medici che scappano dal pubblico per andare nel privato. Insomma, la grande fuga non si arresterà. La conseguenza sarà la crescita costante del costo che i cittadini dovranno sostenere di tasca propria per curarsi. Il tutto in una società, a cominciare da quella umbra, dove le disuguaglianze geografiche e socio-economiche si ampliano e si fanno sempre più insopportabili: tra ricchi e poveri, tra capoluoghi di provincia e aree interne dell’Umbria, tra zone urbane e aree marginali della Regione. In Umbria la situazione resta critica soprattutto nella diagnostica per immagini che fa ancora fatica a rientrare entro i tempi di prescrizione. A tutto ciò si aggiunge la carenza di personale e di operatori specializzati. La verità è che con la legge approvata ieri sulle liste d’attesa la montagna ha partorito il topolino. Per invertire la rotta servono risorse che non ci sono e investire sul personale sanitario. L’unica certezza è la conferma di dirottare i pazienti sul privato, cosa già ampiamente diffusa anche in Umbria. Così, se la visita specialistica e l’esame diagnostico non sono disponibili entro i tempi commisurati alla loro urgenza, l’ospedale dovrà dirottare l’assistito sul privato convenzionato. Tra le misure contenute nel provvedimento c’è l’apertura degli ambulatori sette giorni su sette, quindi inclusi i fine settimana. Si tratta però di un’altra previsione “fuffa”. Infatti, l’esperienza è già stata sperimentata con esiti negativi in quanto è impossibile reperire nuovo personale. La verità è che la sanità pubblica è al collasso. L’unico modo per fare qualcosa di utile ai cittadini è mettere più risorse nella sanità, sbloccare le assunzioni e fare un piano straordinario per il personale nei reparti che si stanno svuotando. Solo così si potrà risolvere il dramma delle liste di attesa.