Ospedale da Campo, l’opportunità di una riflessione e le richieste della Corte dei Conti.

Con il passare dei giorni la storia dell’Ospedale da campo sta diventando un tema aggrovigliato, ora finito anche sotto la lente della Corte dei Conti. Critiche alla scelta della Presidente Tesei arrivano non solo dai consiglieri di opposizione ma anche da operatori del settore che ritengono inutile tale investimento. Come abbiamo già scritto si tratta dell’acquisto di una struttura destinata ad Ospedale da campo e della relativa attrezzatura dotata di 30 posti letto per la terapia intensiva o subintensiva, montabile in 48 ore. L’inaugurazione è prevista per il 30 giugno prossimo ad Umbriafiere di Bastia Umbra, così almeno ha assicurato la stessa Presidente. L’acquisto costerà ben 3 milioni di euro, sarà finanziato dalla Banca d’Italia con i fondi destinati alle regioni per contrastare e affrontare l’emergenza Covid-19.  ” I progetti da sostenere sono stati individuati tra le Direzioni locali e le Presidenze delle regioni “, si legge nella nota di Banca Italia. Insomma – a differenza di altre regioni che hanno scelto di impegnare le donazioni per migliorare e ampliare servizi negli ospedali esistenti – l’Umbria ha scelto di investire su un ospedale da campo. Scelta molto discutibile per tanti , ma così è andata. Il direttore generale della sanità Dario Nodessi , ad inizio aprile, spiegava che questa struttura era necessaria in quanto ” il contagio può riprendere in qualsiasi momento e dunque la stabilità dei dati non deve confortarci. Dobbiamo essere pronti e le terapie intensive sono la linea di difesa “. Certo che se proviamo ad accostare queste valutazioni di aprile con altre delle ultime settimane ( sulla necessità di riaprire in fretta) qualche contraddizione di troppo viene fuori. Così come è evidente che sulle terapie intensive in queste tre mesi, in Umbria, non abbiamo investito quanto necessario. Anzi , rispetto al resto d’ Italia, il posizionamento dell’Umbria è peggiorato non di poco: il nostro differenziale negativo  rispetto alla media nazionale ha raggiunto 2,2 punti, mentre all’inizio dell’epidemia esso era appena dello 0,7. Proprio per quanto affermava Nodessi ad aprile la domanda più naturale è sempre la stessa: anzichè investire una somma così rilevante per un ospedale da campo non sarebbe stato più opportuno utilizzare quei 3 milioni di euro della Banca d’Italia per aumentare i posti letto delle terapie intensive di Perugia e Terni ? Purtroppo a questa domanda nessuno sa dare una risposta convincente. Ora la Corte dei Conti dell’Umbria chiede alla Regione dettagliate notizie, non solo sull’esistenza o meno di vincolo di destinazione delle somme erogate. I magistrati contabili vogliono sapere anche i nomi dei soggetti “affidatari della realizzazione e della messa in opera della struttura”, i nomi dei fornitori e i costi da sostenere. Ma c’è di più: la Corte dei Conti chiede come è avvenuta la selezione degli stessi soggetti, in poche parole come sono stati scelti.Il tempo dirà come stanno effettivamente le cose. A questo punto non sarebbe opportuno rivedere la scelta fatta ?