Pd di nuovo primo: Perugia il punto di svolta. Torna al centro della scena e tira la volata agli alleati

Cinque anni fa, Donatella Tesei insieme a Matteo Salvini, gonfio di appeal, cacciò la sinistra dalla Regione. Dopo cinque anni il campo largo a trazione Pd rialza la testa e riconquista l’Umbria. Il successo è arrivato dopo la straordinaria vittoria di pochi mesi fa, alle elezioni comunali di Perugia. Il Pd esce dalle urne come il grande trionfatore, primo partito e con tanti rappresentanti nelle istituzioni che contano. A Palazzo dei Priori, sede del Consiglio comunale di Perugia, ha portato ben 9 consiglieri su 20 della maggioranza che sostiene la sindaca Vittoria Ferdinandi. A Palazzo Cesaroni addirittura nove su dodici, con un 30,2% di voti.  E’ chiaro che la nuova giunta regionale non potrà non tenere conto del grande risultato elettorale del Pd rispetto agli altri partiti dell’alleanza. Anche in questa occasione, come è avvenuto per Perugia, è toccato a Tommaso Bori, segretario regionale dem, il ruolo di regista, mettendo insieme tutte le forze politiche superando spesso veti e rifiuti. Due appuntamenti che hanno legittimato il suo ruolo. Perché la forza del Pd è determinante ma non sufficiente per battere “le destre”. Proprio su questo Bori ha dimostrato la sua maturità politica riuscendo a realizzare il punto di svolta. Una grande alleanza anti destra guidata da due figure completamente estranee alle logiche dei partiti: Vittoria Ferdinandi e Stefania Proietti. Ha ragione il segretario regionale dem quando dice che le urne hanno consegnato una vittoria non scontata e non banale al centrosinistra. Il Pd dell’Umbria, rispetto alle Regionali di cinque anni fa, cresce sia in termini assoluti che percentuali, con un balzo di 10 punti. Quasi raddoppiato anche il numero degli eletti, che passano da cinque a nove. “Siamo tornati – spiega Bori – ad essere ampiamente la prima forza politica regionale, grazie ad un lavoro che ci ha visti impegnati in termini di rinnovamento del gruppo dirigente e radicamento nei territori, sia di cambiamento della proposta politica”. Lucida e generosa la lettura che viene data sull’alleanza. “Non siamo solo il perno di un’alleanza ampia e plurale, che in questi mesi è diventata anche un modello a livello nazionale grazie al Patto Avanti – afferma Bori – ma ne siamo anche il collante che ha permesso di concretizzare candidature valide e vincenti insieme ad una proposta politica credibile, in grado di valorizzare le specificità di ciascuno. Abbiamo condiviso fin da subito e in maniera unanime la proposta di Stefania proietti, consapevoli del valore che la sua figura di amministratrice concreta, impegnata e civica, rappresentasse non solo per noi ma per la società regionale. Intendo ringraziarla per l’impegno instancabile, la forza e la determinazione messa in campo in questi mesi e sono certo che contribuirà a dare all’Umbria quel riscatto che merita sui temi fondamentali”. Poi, con il giusto orgoglio, rivendica un successo che è ha assunto un valore nazionale. “Quello che è accaduto in Umbria – spiega Bori –  non può essere archiviato come una casualità o un incidente di percorso, come stanno tentando di fare la premier Meloni a livello nazionale e la destra di Tesei a livello locale. Quello che siamo stati capaci di fare in Umbria è un modello che può essere replicato ed esportato, a partire dal progetto costruito dal basso e nei territori, così come il programma partecipato e condiviso. Un modus operandi che può segnare un punto di svolta nella modalità con cui il Partito democratico è chiamato a fare non solo l’opposizione, ma costruire l’alternativa. A partire dalle azioni chiave della destra che privatizza e svuota i servizi pubblici, primi fra tutti la sanità, scuola e trasporti”.