Perugia, si spacciavano per polizia giudiziaria ma erano finte guardie: 17 indagati
Addirittura sarebbe arrivati a inviare notizie di reato alla Procura della Repubblica di Perugia, oltre a sentire testimoni, compilare verbali e ratificare sanzioni. Insomma, si sarebbero assurti ad agenti di polizia giudiziaria, tanto da mettere in piedi veri e propri controlli stradali, utilizzando lampeggiatori, palette e indossando divise e giubbotti antiproiettile. Una storia però non passata inosservata tanto che dall’inizio del 2020 la Procura della Repubblica di Perugia ha iniziato ad indagare su queste finte guardie che agivano come se fossero le forze dell’ordine. Un’associazione che aveva la sua sede a Monte Santa Maria Tiberina, nell’Alto Tevere, ma che operava in diversi comuni dell’Umbria con due sedi distaccate a Panicale e Passignano sul Trasimeno. L’organizzazione era la stessa delle forze di polizia: divisa, gradi militari e ordine gerarchico. Era anche riuscita ad ottenere dalla Regione il riconoscimento di associazione di volontariato e protezione civile, oltre a delle convenzioni con alcuni comuni della provincia di Perugia e l’Agenzia forestale regionale. Dopo due anni di indagini la Procura della Repubblica di Perugia ha chiuso le indagini e chiede il processo per 17 persone. Pesanti i reati contestati dai magistrati di piazza Partigiani: truffa aggravata, falsità ideologica, minacce e usurpazione di funzioni. Sarà ora il giudice delle udienze preliminari a stabilire se e quando i protagonisti di questa incredibile vicenda dovranno difendersi davanti al Tribunale di Perugia. Per la Procura il quadro delle accuse è granitico, per le difese ci sono le condizioni per difendersi. Resta il fatto di una storia dai retroscena alquanto preoccupanti.