Perugia, stop alla privatizzazione del servizio idrico integrato. Le opposizioni chiedono al sindaco Romizi di chiarire le intenzioni del Comune

PERUGIA – Presentato oggi l’ordine del giorno, di cui è prima firmataria Lucia Maddoli, consigliera di Idee Persone Perugia: “Chiediamo al sindaco Romizi di chiarire le proprie intenzioni rispetto all’ipotesi, circolata sui giornali locali, di una possibile cessione delle quote azionarie comunali di Umbra Acque Spa, che per quanto riguarda il Comune di Perugia ammontano al 33%, al socio privato ACEA, che dal 2003 ne detiene già il 40%, e di riaprire in maniera seria, dentro le istituzioni e con il coinvolgimento della cittadinanza, il dibattito su un possibile ritorno ad una gestione pubblica dell’acqua”.

L’atto, sottoscritto da tutta l’opposizione, intende riaprire il dibattito sul quale debba essere il modello di governance di un bene comune e di un servizio primario così essenziale quale l’acqua e la sua distribuzione. Senza acqua non c’è vita, né per gli uomini, né per gli animali, né per le piante; bisogna pensare alla risorsa idrica come a un bene prezioso e limitato, ora maggiormente esposto a rischi a causa dei cambiamenti climatici in atto. Per questi motivi è necessario tornare a ragionare sulla opportunità di una gestione pubblica dell’acqua, in linea con la volontà popolare espressa nel referendum del 2011. È il tema al centro dell’ordine del giorno presentato questa mattina da Lucia Maddoli – consigliera del gruppo civico di opposizione Idee Persone Perugia – nella riunione della II Commissione consiliare del Comune di Perugia, in accordo con gli altri gruppi di opposizione Rete Civica Giubilei e Partito Democratico. “Desta grande preoccupazione la ventilata ipotesi di riassetto delle quote societarie di Umbra Acque – spiega Maddoli – in base alla quale i Comuni potrebbero vendere le loro azioni al socio privato che otterrebbe così la maggioranza assoluta, ponendosi quindi in un regime di monopolio di fatto, sottraendosi agli strumenti di trasparenza e di controllo. Chiediamo quindi al sindaco Romizi di chiarire la propria volontà rispetto all’ipotesi di cessione delle quote azionarie comunali di Umbra Acque Spa, che ammontano al 33 %, al socio privato ACEA, che dal 2003 ne detiene già il 40%, e di convocare in audizione nella commissione competente i responsabili della partecipata umbra per riferire sulla situazione dell’azienda e della gestione del servizio”.
La discussione continuerà nella prossima riunione della III Commissione, mercoledì 19 febbraio, in cui si analizzerà la relazione informativa dei responsabili di Umbra Acque, presentata questa mattina, alla quale saranno invitati a intervenire anche cittadini e associazioni per esprimere la propria opinione su un tema cosi importante. “Con questo ordine del giorno– prosegue la consigliera di Idee Persone Perugia – chiediamo al Sindaco e alla giunta di avviare uno studio di fattibilità per la ripubblicizzazione del servizio idrico e la costituzione di un Forum sull’acqua con la partecipazione delle Associazioni, dei Sindacati, del Comitato Acqua Pubblica e degli altri Comuni della provincia serviti da Umbra Acque, per dare avvio ad una discussione sul tema della gestione del servizio idrico, in conformità con la normativa europea e con la volontà popolare espressa nel referendum del 2011. Bisogna osservare – conclude Maddoli – che il risultato prefissato nel passaggio da una gestione totalmente pubblica ad una gestione mista pubblico-privata, che prevedeva un aumento di efficienza nel servizio idrico, è stato di fatto disatteso, visto che la dispersione di acqua in Umbria continua ad essere molto elevata a causa dello stato di usura della rete idrica, con un tasso di perdite che arriva quasi al 50% e inoltre, secondo i dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, l’Umbria è la seconda regione italiana più cara per le bollette dell’acqua, con una media di 563 euro a famiglia, in crescita dell’1,7 per cento rispetto al 2017”.