Regione, cosa nasconde Squarta dietro al mancato rimpasto della Tesei: l’idea delle mani libere

La governatrice Tesei fa fatica a ingoiare il rimpasto di giunta, Fratelli d’Italia fa fatica a dimenticare lo sgarbo subito con l’esclusione dalla giunta ed è venuto meno ormai quel rapporto di fiducia fondamentale per stare insieme. Per Fdi quello che è accaduto non rappresenta semplicemente il passato, una cosa superata. Quindi niente scambi di cortesia e sorrisi. Le dichiarazioni di ieri del presidente del consiglio regionale Marco Squarta sono la conferma di uno strappo difficile da ricucire. Quindi il caso non è ancora risolto. Anzi, emerge un elemento in più: i meloniani umbri non si fidano della Tesei, tanto che Squarta fa sapere che “ogni decisione sarà presa dai vertici nazionali, sarà Roma a scegliere”. Perugia e palazzo Donini non sono più gli interlocutori perché la Tesei non ha chiuso quando poteva chiudere. In poche parole Fdi toglie alla governatrice la legittimazione ad esercitare l’azione di mediazione necessaria per provare a trovare un’intesa. Ma c’è un passaggio dell’intervento di Squarta che può nascondere qualcosa di clamoroso: ” Fratelli d’Italia sarebbe dovuto entrare in giunta molto tempo prima di adesso e ora siamo in ritardo coi tempi”. Cosa intende dire Squarta con questo messaggio criptico? Cosa nasconde un intervento così celato ? E’ difficile azzardare una interpretazione ma qualcosa trapela. C’è una ipotesi, forse un pò suggestiva, che attrae i vertici del partito della Meloni, almeno una buona parte: restare fuori dalla giunta Tesei per tutta la legislatura in modo da avere le mani libere. Piuttosto che entrare in un una giunta che registra un crollo di consensi e di trovarsi in un ruolo non chiaro e poco incisivo è preferibile restare fuori col broncio, con un pò di mani in pasta, senza essere però coinvolti in una possibile caduta rovinosa dell’esecutivo Tesei. Mani libere, quindi, per poter dare il benservito alla Tesei fra due anni quando si sceglierà il nuovo candidato presidente del centrodestra. Nel frattempo Fdi prova a rafforzare il suo potere occupando livelli nazionali in grado di pesare anche su quello regionale. Dopo l’ingresso di Emanuele Prisco nel governo, in queste ore prende corpo la nomina di Franco Zaffini, coordinatore regionale, a presidente della commissione Sanità del Senato. Insomma, più che a Palazzo Donini i meloniani umbri guardano a quelli romani.