Regione, ecco il Defr: nessuna nuova tassa e 53 milioni di investimenti
PERUGIA – In continuità con gli esercizi precedenti, la manovra economico finanziaria della Regione Umbria 2019-2021 privilegia strumenti e politiche finalizzati ad incrementare l’efficienza e l’efficacia dell’azione del governo regionale, così da promuovere la crescita e la competitività dell’Umbria in tutte le sue componenti: è quanto emerso nel corso della presentazione del Documento di economia e finanza della Regione Umbria 2019-2021 (Defr) ai soggetti della concertazione socio economica e istituzionale. Il documento ricalca la struttura del precedente, articolandosi in cinque aree su cui declinare le politiche di sviluppo regionali: istituzionale, economica, culturale, territoriale, sanitaria e sociale, con una forte integrazione fra attività programmate e risorse finanziarie, ovvero tra la dimensione strategica e quella più strettamente di bilancio, anche tenendo conto della progressiva riduzione di risorse statali derivanti dai provvedimenti nazionali di taglio della spesa e di pareggio di bilancio. Non manca un’ampia parte dedicata alla emergenza sisma alle previsioni ed al sostegno della ripresa.
Obiettivo principale del documento è di investire sulle eccellenze e sulle competenze presenti in Umbria rimuovendo i fattori che ne limitano il pieno potenziale, attraverso politiche mirate e utilizzando al meglio le risorse a disposizione. Di particolare importanza viene ritenuto il coinvolgimento attivo delle forze sociali per assicurare la realizzabilità della nuova prospettiva di crescita dell’Umbria attraverso la piena applicazione degli strumenti oggi a disposizione e avviando la programmazione della fase 2021-27. Così come lo sviluppo integrato territoriale, che costituisce uno degli elementi che vanno a rafforzare l’indirizzo politico di radicamento di un nuovo sistema di rapporti istituzionali tra Regione e Comuni, avvalendosi delle intese territoriali per costruire un nuovo quadro di priorità, di solidarietà istituzionale e di capacità di fare sistema, partendo dalle esperienze di co-progettazione di Agenda Urbana, Strategia della Aree Interne e dell’ITI Trasimeno. Obiettivo dell’azione di governo sarà individuare azioni chiare, limitate ed innovative per tradurle in obiettivi misurabili ed attuare misure utili sia ad attivare fattori abilitanti di natura sistemica per il sistema economico umbro, sia in grado di supportare la parte più avanzata del sistema produttivo verso la crescita. Da qui l’individuazione dei temi dell’innovazione e della sostenibilità come costitutivi della visione dell’Umbria del futuro, in stretta sinergia e compatibilità tra cultura, turismo e manifattura. Le azioni previste da Defr – secondo quanto indicato dai competenti uffici regionali nella analisi di cotesto del provvedimento – si inseriscono in una situazione economico-occupazionale in movimento, caratterizzata da segnali di ripresa e di positivo dinamismo, in cui permangono nodi di carattere strutturale da sciogliere, all’interno di un contesto globale che mostra segnali di rallentamento a livello internazionale che andranno ulteriormente monitorati nel corso del 2019. Nel secondo trimestre del 2018 i dati sembrano evidenziare un deciso miglioramento, con un andamento positivo in gran parte degli indicatori presi in esame, sia nel confronto tendenziale che congiunturale: la sede regionale di Bankitalia evidenzia che nella prima parte del 2018 in Umbria l’attività economica continua la sua crescita (nel periodogennaio agosto 2018i flussi turistici risultano del 18.37% negli arrivi e dell’11.67% nelle presenze rispetto allo stesso periodo del 2017). Inoltre per l’Istat, nel secondo trimestre del 2018, il mercato del lavoro umbro mostra segnali positivi: crescita dell’occupazione di 5mila unità (+1,5%) che raggiunge quota 358mila, e una marcata flessione della disoccupazione con meno 6mila unità, scendendo a quota 35mila (-14,9%), con una diminuzione maggiore di quella nazionale (-1,2%). Si sono registrate oltre 46mila assunzioni, con una crescita quasi doppia rispetto alla media nazionale e che ha riguardato in misura importante le assunzioni stabili. Rallenta il credito: i prestiti alle aziende di maggiori dimensioni sono aumentati a un ritmo meno intenso rispetto allo scorso anno, quelli alle piccole imprese hanno continuato a diminuire. La dinamica è rimasta invece solida per le famiglie, per effetto della crescita ancora sostenuta del credito al consumo. Si tratta di elementi che conducono ad un cauto ottimismo che fanno seguito ai segni di ripresa dell’attività produttiva, in particolare nel manifatturiero, delle esportazioni e dell’occupazione avvenuta nel 2015. L‘andamento cumulato del Pil regionale nel periodo 2014-2016, ultimo triennio al momento disponibile, in base ai dati ed alle stime Istat farebbe registrare un aumento complessivo pari all’1,5% (che per i Consumi delle famiglie sarebbe pari al 4,1%) in termini reali. L’Italia, nel medesimo periodo, avrebbe registrato un aumento del Pil cumulato dell’1,9%, il Centro solo dello 0,9%; i Consumi delle famiglie in Italia sarebbero cresciuti nel triennio 2014-2016 del 3,7% complessivo, nel Centro del 3,6%.
Come avvenuto per le precedenti annualità la manovra di bilancio del Defr 2019 si caratterizza per nessun aumento della pressione fiscaleed il mantenimento delle agevolazioni fiscali esistenti, a ciò si aggiunge: previsione delle entrate secondo il criterio di cassa per i tributi e di competenza per i canoni e altri gettiti; contenimento e riduzione delle spese correnti e di funzionamentoper favorire la riqualificazione della spesa regionale a favore degli investimenti da realizzare nel triennio; riprogrammazione delle quote di cofinanziamento regionaleper la programmazione comunitaria 2014-20 per garantire il conseguimento dei target intermedi di spesa dei programmi; riduzione ulteriore del livello di indebitamentocon ricorso a nuovo debito per importi inferiori alle quote capitale previste per il rimborso annuale del debito contratto: son inoltre le azioni individuate nell’ambito della manovra fiscale per il 2019
Nel prossimo triennio il livello di indebitamento della Regione Umbria rimane molto basso e comunque in riduzione, confermandosi a livelli inferiori al 25% delle entrate regionali. Il servizio del debito è ampiamente sostenibile mantenendosi a livelli non superiori al 2% delle entrate correnti.
Tra gli indirizzi della programmazione regionale evidenziati nel documento i temi dell’ambiente come elemento di sviluppo, grazie alla introduzione dei principi della economia circolare nei processi: la strategia di specializzazione intelligente per definire il profilo della selettività rispetto ai temi di fondo della ricerca e dell’innovazione tecnologica, che anche nella nuova programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2021-2027; la piena attuazione dell’Agenda digitale proseguendo nella realizzazione delle infrastrutture digitali regionali che rappresentano la condizione necessaria per la trasformazione digitale dei servizi pubblici per la crescita digitale e la cittadinanza digitale;le infrastrutture stradali e ferroviarie che rappresentano un asset fondamentale per lo sviluppo e la competitività di un sistema territoriale. Le grandi trasversali di collegamento con le Marche ed i corridoi intermodali dell’Adriatico aprono una porta verso i Balcani e l’Oriente e, insieme al completamento della Orte-Civitavecchia, portano quasi a completamento la trasversale Tirreno-Adriatico, specie se troveranno spazio in futuro la Tre Valli e l’adeguamento della Flaminia. Allo stesso modo l’adeguamento della E45, l’interconnessione con le dorsali dell’alta velocità, l’infrastruttura ferroviaria regionale di collegamento tra Terni e Perugia, lo sviluppo dell’aeroporto, oltre ad altri interventi di scala subregionale dedicati alla logistica ed alla loro connessione con il sistema ferroviario, rappresentano programmi di intervento fondamentali per ampliare la competitività e la produttività del sistema Umbria. A ciò si aggiunge il tema della sostenibilità del welfare regionale, che continua ad essere uno dei punti di forza del vivere in Umbria, nonostante la progressiva riduzione di risorse pubbliche disponibili per il welfare (ed in particolare, per le politiche sociali, al netto del contributo che deriva dal FSE) e l’invecchiamento della popolazione.
Relativamente alle misure legate al sisma il 2019 vedrà la conclusione di tutte le azioni di assistenza alla popolazione e censimento danni avviate a partire dal verificarsi del sismadel 2016. Verranno, inoltre, proseguite le attività legate alla rimozione delle macerie ealla rendicontazione delle spese della fase di emergenza che è stata ulteriormente prorogata per tutto il 2019.Va considerato che l’Asse 8 del POR FESR 2014-2020 prevede una dotazione finanziaria pari a 56milioni di euro (pari al 13,6 % delle risorse totali del POR) da utilizzare per la “prevenzione sismica e sostegno alla ripresa dei territori colpiti dal terremoto”. Per quanto riguarda il processo di ricostruzione avviato nei territori interessati in questi due anni, complessivamente nelle quattro regioni dal censimento dei danni si stimano in oltre 65.000 le pratiche che saranno presentate (danni lievi, danni gravi sia agli insediamenti residenziali che produttivi). Al momento,dal report della struttura commissariale al 9 novembre 2018,risultano presentate o in avanzata fase di elaborazione, nelle quattro regioni 8.078, pari a circa il 12,5% delle pratiche attese, istanze come di seguito articolate:Pratiche presentate n.6.453; Pratiche autorizzate n. 2.314; pratichein istruttorian.4.139; Cantieri apertin. 2.314; Cantieri conclusi 574; Pratiche in compilazionen.1.625Risulta evidente che la ricostruzione privata ormai è avviata ed il collo di bottiglia rischia di diventare la struttura pubblica incaricata della fase dell’istruttoria con il rilascio del titolo abilitativo (Comuni) e del contributo (Ufficio Speciale Ricostruzione). A fronte di 6.453 pratiche presentate, che a breve potrebbero diventare 8.078 in quanto dalla piattaforma informatica si può vedere che sono in lavorazione ed a breve saranno completate, ne sono state autorizzate solo 2.314,pari al 36% di quelle presentate e al 29% di quelle che a breve saranno ulteriormente presentate.
Relativamente alle diverse aree di intervento il documento prevede in particolare:
Area Istituzionale
La Regione Umbria, anche in relazione ai percorso di altre Regioni italiane finalizzati ad ottenere ulteriori forme e condizioni di autonomia ex art. 116, terzo comma della Costituzione, ha attivato un iter unitamente alle Marche per acquisire maggiori autonomie. L’intento è di ottenere una “autonomia selettiva” messa al servizio di grandi obiettivi programmatici in cui l’Umbria si pone come territorio di eccellenza (regione benchmark). Nel corso del 2019 proseguirà la trattativa con lo Stato. Al fine di procedere di concerto con la Regione Marche è previsto un ambito di coordinamento tra la struttura tecnica delle due Regioni.
Area Economica
Sostenere la crescita della produttività del sistema economico regionale, caratterizzando questo percorso in termini di sostenibilità, è il principale obiettivo della politica regionale in favore dello sviluppo economico, per il prossimo triennio. Da qui l’utilizzo di azioni: a supporto della ricerca e dell’innovazione; per il rafforzamento dell’utilizzo delle tecnologie digitali, in particolare per le imprese di minori dimensioni; a supporto all’ampliamento della proiezione internazionale delle imprese; per il superamento di fenomeni di razionamento del credito e per rafforzare l’autonomia finanziaria dell’impresa. Nel 2019 proseguirà la gestione delle transizioni e crisi industriali, sia attraverso interventi di sistema già avviati, sia in tema di coordinamento – anche attraverso le proprie società Sviluppumbria e Gepafin e con il coinvolgimento degli stakeholder – sia con interventi diretti finalizzati alla reindustrializzazione.
Per l’agricoltura nel corso del 2019, anno in cui sarà effettuata la valutazione intermedia del Programma di sviluppo rurale, verrà proposta al partenariato e alla Commissione europea una rimodulazione finanziaria delle risorse ancora disponibili per rispondere alle esigenze espresse dai territori, rafforzando sia le misure – come quelle agro-climatico-ambientali, produzioni biologiche e indennità compensative – per le quali sono esaurite le risorse disponibili, sia quelle a favore degli investimenti nelle imprese agricole ed agroalimentari.
Nel corso del 2019, verrà inoltre data piena attuazione alla riforma del mercato del lavoro introdotta dalla legge regionale n. 1/2018, rafforzando la rete delle politiche e dei servizi del lavoro e dando piena operatività all’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro (ARPAL Umbria). Il rafforzamento del complesso dei Servizi per l’Impiego (SPI) passa anche per il consolidamento della rete con i Servizi di Accompagnamento al Lavoro (SAL), i Comuni e le ASL in modo da migliorare i servizi offerti alle persone affette da disabilità e, più in generale, alle fasce deboli. Verranno inoltre stipulate convenzioni con i patronati soprattutto per gestire gli adempimenti e l’accesso ai servizi da parte dei percettori di sostegno al reddito. Oltre ai servizi per il lavoro, l’attività di ARPAL Umbria è rivolta anche al potenziamento del sistema degli apprendimenti dando piena attuazione alle previsioni del Dlgs 13/2013 ai fini della certificazione delle competenze.
In materia di diritto allo studioproseguirà per l’anno accademico 2019-20 l’attuazione dell’azione del POR FSE 2014-2020 finalizzata alla integrazione delle risorse regionali relative alle “Borse di studio e azioni di sostegno a favore di studenti capaci e meritevoli privi di mezzi e di promozione del merito tra gli studenti, inclusi gli studenti con disabilità” – priorità di investimento 10.2. Relativamente alla programmazione degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) per il biennio 2018-2020 sarà ulteriormente incrementata e sviluppata l’offerta formativa regionale, puntando su qualità e innovazione, in coerenza con il fabbisogno di figure professionali espresso dal sistema delle imprese
Area Culturale
Secondo la Fondazione Symbola, la cultura in Umbria è un’industria da poco più di 1 miliardo di euro e 21.800 occupati pari, rispettivamente, al 5,2% e al 5,7% del totale dell’economia regionale, valori entrambi in crescita, e rappresenta un driver di sviluppo. Si conferma, come già nei precedenti DEFR, la trasversalità della cultura come chiave per lo sviluppo regionale. Nel 2019 l’attività si concentrerà sull’utilizzo di fondi FESR e FSC nelle loro varie articolazioni: la programmazione diretta della Regione a favore degli attrattori culturali di proprietà pubblica e, all’interno di questa, gli interventi specifici previsti dalla Strategia Nazionale delle Aree Interne (SNAI), dall’Investimento territoriale integrato (I.T.I.) nell’area del Trasimeno e da Agenda Urbana; la programmazione a favore delle Imprese Culturali e Creative; la conclusione delle opere finanziate con i cicli di programmazione FESR e FSC precedenti.
Area Territoriale
Lo sviluppo sostenibile è trasversale a tutte le tematiche del DEFR e incrocia il tema della tutela dell’ambiente, del territorio e del paesaggio con quello di un’economia efficiente nell’uso delle risorse, a basse emissioni di carbonio e resilienti ai cambiamenti climatici. Ai fini della definizione della Strategia regionale per lo Sviluppo sostenibile, nel corso del 2019 sarà attivato un Forum per lo sviluppo sostenibile. Per approvare la propria Strategia per lo Sviluppo sostenibile, la Regione si avvarrà di tutte le iniziative poste in essere dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito del PON-Governance 2014-2020, tra cui il Progetto CREiAMo-PA: in questa sede la Regione favorirà la condivisione delle scelte individuate nel DEFR, tra cui: favorire un modello di economia circolare, anche con riferimento al settore rifiuti; gli indirizzi da proporre in sede di definizione della nuova Politica Agricola Comunitaria (PAC) per il settennio 2021-2027; resilienza, anche con attenzione alla questione dei cambiamenti climatici, e la ricostruzione sostenibile dei territori colpiti dagli eventi sismici del 2016; la tutela e valorizzazione dei sistemi naturali in stretta coerenza con le iniziative sopra indicate rispetto a tale tema.
Gli interventi in materia di energia saranno declinati anche nel corso del 2019 in coerenza con gli obiettivi fissati dalla Strategia Energetica Ambientale Regionale 2014-2020 (SEAR 14-20). Per gli obiettivi relativi alla riduzione fabbisogno energeticoe alla massimizzazione dell’efficienza energetica, si interverrà principalmente per l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare pubblico e per l’ottimizzazione dei controlli degli impianti termici, attraverso l’introduzione della targatura degli impianti termici (CURIT).
Il tema della mobilità è fortemente collegato alle questioni di natura ambientale come a quelle connesse alla qualità della vita e ai diritti dei cittadini. I forti tagli lineari che hanno interessato il settore dei traporti a partire dal 2013 hanno messo in difficoltà il sistema trasportistico umbro. Una situazione analoga si registra anche sul fronte degli investimenti per le infrastrutture per la mobilità, sia quelle viarie che ferroviarie dove però sembra prospettarsi una nuova stagione di interventi.
Area Sanità e sociale
Negli ultimi anni il quadro di complessità economica, politica e sociale, che ha caratterizzato il nostro Paese, ha posto il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) di fronte a sfide importanti: cambiano i bisogni di cura della popolazione e, con loro, la sanità regionale che deve saper innovare i servizi, migliorando efficienza e qualità dell’assistenza, con risorse disponibili sempre più ridimensionate nelle dinamiche di crescita.
In una prospettiva di finanziamento non destinato ad aumentare, risulta sempre più importante assicurare adeguati livelli di governance, con l’intento di mantenere la vocazione universalistica del SSR, in modo da assicurare – nonostante si registri una spesa out of pocket più bassa rispetto al dato nazionale (spesa pro capite umbra: 420/480 € / spesa pro capite nazionale: 575/600 €) – risposte eque, efficaci ed efficienti ai cittadini umbri. La Regione Umbria ha ritenuto infatti di perseguire un modello organizzativo basato su una forte responsabilizzazione delle Aziende Sanitarie regionali verso il raggiungimento degli obiettivi legati all’utilizzo efficiente delle risorse. Tale impostazione ha prodotto dei risultati considerando che, ininterrottamente dal 2013 ed anche per il riparto del Fondo Sanitario 2018, la Regione Umbria è risultata prima Regione “benchmark” tra le tre eligibili per la determinazione dei costi e dei fabbisogni standard.
Proseguirà anche nel 2019 l’azione di forte governance regionale per guidare e monitorare le attività delle Aziende sanitarie, in modo da continuare a coniugare l’equilibrio di gestione efficace ed efficiente della spesa, con la qualità dei servizi erogati. Obiettivo fondamentale per il 2019 resta la definitiva approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa del Piano Sanitario Regionale 2019/2021, già in avanzata fase di elaborazione a livello tecnico. Il nuovo Piano Sociale regionale rappresenta lo strumento che definisce il quadro delle priorità e degli interventi che contraddistinguono l’azione in ambito sociale attuata dalla Regione. Il POR Fse 2014-2020, che ha uno specifico Asse, l’Asse II, dedicato alla Inclusione Sociale e lotta alla povertà definisce invece la cornice finanziaria più rilevante per l’attuazione di tali interventi e prevede nel settennio una dotazione finanziaria superiore ai 50 milioni di euro.