Riapertura scuole, il Cts: “Subito la didattica in presenza”. Ma l’Umbria non ci sente!
Il Comitato tecnico scientifico si è riunito questa mattina e gli esperti hanno ribadito l’assoluta necessità “di garantire la didattica in presenza in tutti i cicli”. Valle d’Aosta, Trentino, Toscana e Abruzzo sono già partite o giovedì 7 o lunedì 11. Piemonte, Emilia Romagna, Lazio e Molise la ripartenza è prevista per domani, lunedì 18 gennaio. Si ritorna in aula anche nelle superiori con presenza del 50% L’ Umbria, invece, resiste e non torna indietro: si tornerà a scuola soltanto il 25 gennaio. Il Comitato tecnico scientifico , che da sempre ha espresso un parere favorevole alla riapertura della scuola, ha ribadito ” ulteriormente e con convinzione” l’importanza del ritorno in classe per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado ” come condizione imprescindibile e non più procrastinabile per il grave impatto che l’assenza di esso ha sull’apprendimento e la strutturazione psicologica e di personalità degli studenti che , in questa particolare fascia di età, possono essere fortemente penalizzati dall’isolamento domiciliare”. Il Cts ha ricordato che ” la responsabilità delle aperture degli istituti scolastici è di competenza degli enti territoriali e locali” e che , come ha sottoscritto il tavolo dei Prefetti, sono i Presidenti di giunta delle Regioni ” ad attuare misure organizzative per il rientro in classe nelle diverse province”. Il commento finale del Comitato tecnico scientifico è duro : ” Se le Regioni scelgono di tenerle chiuse se ne dovranno assumere la responsabilità ! “. C’è da ricordare che il 23 dicembre scorso era stata firmata all’unanimità l’intesa tra Regioni e Governo per il rientro in classe . L’Umbria , insieme ad altre, si è sfilata dall’accordo dopo aver aderito all’intesa. Giustamente molti genitori si chiedono come sia possibile che rappresentanti autorevoli delle istituzioni umbre, anche negli ultimi giorni, si scagliano contro il governo per aver inserito l’Umbria in zona arancione e non spiegano le ragioni che spingono la governatrice Tesei a tenere ancora chiuse le scuole. Sarebbe bene che le famiglie e gli studenti capissero perché. Altrimenti resta veramente difficile comprendere perché i ragazzi possono uscire per l’aperitivo e non possono andare a scuola.