Sanita’, con Covid19 tanti malati di tumore senza controlli. Visite saltate e sottratto tempo prezioso.

C’è un servizio molto significativo oggi sul Corriere della Sera, un vero e proprio allarme  su quanto è successo in questi mesi di emergenza sanitaria. Un articolo che conferma le preoccupazioni più volte espresse dal nostro giornale sulla necessità di tornare nei nostri ospedale, e non solo, ad una attività  ordinaria.  Quella assistenza che oggi l’assessore Coletto garantisce a partire dal 22 giugno prossimo. In queste ultime settimane abbiamo più volte sottolineato l’assurdità di avere il più grande Ospedale dell’ Umbria, quello di Perugia, ancora a ranghi ridotti e a metà regime. Così come appare paradossale che il terminale del CUP- al quale è  possibile  accedere da piazzale Europa – rimanda al mittente la risposta  che non c’è possibilità  di prenotazione in alcuna struttura sanitaria. Tutto è bloccato fino a data da destinarsi. Finalmente oggi sappiamo che dal 22 giugno – ancora ben dieci giorni di attesa –  sarà riattivata la prenotazione delle prestazioni. Nel frattempo – si chiede la bravissima giornalista del Corriere Margherita De Bac – chi ripagherà,  chi restituirà ai pazienti il tempo perduto ? Ad esempio c’è un danno indiretto imposto dal coronavirus  ai pazienti di tumore. Secondo Stefania Gori , Presidente della Fondazione Aiom , l’associazione dei medici oncologi, 230 mila persone hanno subito questo danno. Tre mesi senza screening  per quelli che non sapevano di averlo, Tre mesi senza controlli per quelli che, dopo aver conosciuto la diagnosi e avviato un percorso terapeutico, sono stati privati del cosiddetto follow up,  i controlli periodici necessari per verificare gli effetti della cura. Insomma il coronavirus non si è limitato  a infettare circa 230.000 italiani e uccidendone  34.000. L’ epidemia va allargata ai 10 milioni di cittadini con patologie  oncologiche e cardiovascolari che hanno dovuto rinunciare a una presa in carico tempestiva da parte della sanità pubblica. Il rischio vero – ed è quello che più volte abbiamo denunciato nei nostri articoli –  è che i ritardi possano compromettere l’efficacia delle terapie  e allontanare la guarigione. Tanto più  che adesso c’è il problema delle liste di attesa ingolfate. Per questo continuiamo a dire che i ritardi nell’ attivare la cosiddetta attività ordinaria negli ospedali è cosa grave è incomprensibile. Soprattutto quando i pazienti Covid sono davvero pochi, anzi pochissimi.