Terzo settore: riunito l’attivo regionale di Cgil, Cisl e Uil
“Ad oggi nessuna stazione appaltante in Umbria ha ufficialmente dichiarato di voler riconoscere l’aumento del costo del lavoro derivante dal nuovo Ccnl della cooperazione sociale e tantomeno si hanno notizie ufficiali di adeguamenti delle tariffe per le strutture extraospedaliere convenzionate/accreditate”. Lo si legge nel documento approvato oggi all’unanimità dall’attivo delle delegate e del delegati del terzo settore dell’Umbria, che si è svolto presso il Park Hotel di Perugia, organizzato e promosso dalle organizzazioni sindacali di settore: Fp Cgil, Fisascat Cisl, Fp Cisl, Uil Fpl e Uiltucs dell’Umbria.
L’attivo, al quale hanno partecipato oltre 50 delegate e delegati delle varie realtà del terzo settore umbro, ha dato mandato ai sindacati di “intraprendere un percorso assembleare per tutto il mese di aprile, volto a sensibilizzare il maggior numero di lavoratrici e lavoratori rispetto alla necessità di non transigere sul rispetto integrale sia del contratto nazionale, che delle leggi di settore umbre, le quali sanciscono meccanismi di automatismo per poter trovare le coperture economiche necessarie”.
Nel documento si ricorda come il 90% del fatturato delle cooperative sociali umbre derivi dal servizi in regime di appalto dati dalla pubblica amministrazione, servizi assistenziali essenziali e di utilità sociale per gli inserimenti lavorativi. “Un settore nobile dal grande valore sociale e che occupa circa 8mila persone in Umbria – si legge ancora nel documento sindacale – ma a cui non viene data la giusta importanza e dignità, basti pensare a quanta precarietà si sviluppa in un cambio di appalto e quanto è effimero un contratto a tempo indeterminato se all’interno dei capitolati speciali di gara cambiano le condizioni e vengono tagliate le ore dei servizi o cambiano le professionalità necessarie”.
Lavoratori, lavoratrici e sindacati chiedono inoltre la totale e piena applicazione della legge regionale sulla “Qualità del lavoro e dei servizi di welfare”, attraverso lo stanziamento delle risorse necessarie al mantenimento degli attuali servizi e di conseguenza dei livelli occupazionali, e il riconoscimento degli aumenti contrattuali. “Nostro malgrado – si legge però nel documento sindacale – abbiamo già notizie di bandi di gara emanati in queste settimane nei quali non vengono rispettati gli articolati di legge, soprattutto sulla scelta della formula per l’aggiudicazione dell’appalto coerente con le linee guida della legge regionale”.
A fronte di questo quadro, grande importanza, sottolineano lavoratrici e lavoratori, “riveste il ruolo della Regione, la quale deve finanziare adeguatamente il settore al fine di garantire gli standard qualitativi e le professionalità occupate”. E proprio domani, mercoledì 3 marzo, le organizzazioni sindacali avranno un confronto con l’assessore regionale preposto, Luca Coletto, con il fine di “individuare le opportune soluzioni e le risorse finanziare necessarie per il raggiungimento degli obiettivi individuati”. Se le soluzioni non dovessero arrivare, nel documento si legge che le organizzazioni sindacali sono pronte ad una “mobilitazione del settore”.