Tribunale di Perugia, cade l’accusa di corruzione per Palamara e l’ex pm chiede il patteggiamento
Cade l’accusa di corruzione a carico di Luca Palamara nel processo principale in corso a Perugia, quello legato ai rapporti con l’imprenditore romano Fabrizio Centofanti (che ha già patteggiato). La Procura ha infatti rideterminato il capo d’imputazione e quindi derubricato il reato in quello meno grave di traffico d’influenze illecite. Lo ha fatto oggi nel corso dell’udienza davanti al Tribunale. Dopo che la Procura perugina ha rideterminato il reato nei suoi confronti, Luca Palamara ha dichiarato che “senza riconoscere alcuna forma di mia responsabilità ma solo per liberarmi dal fardello dei processi ed essere così più libero di portare avanti la battaglia di verità per una giustizia giusto, accedo ai riti alternativi”. Palamara, infatti, subito dopo, ha chiesto di patteggiare la condanna nei suoi confronti ad un anno di reclusione, pena sospesa. “Come sempre ho dichiarato sin dall’inizio della vicenda che mi ha riguardato non ho mai venduto la mia funzione e mai avrei tradito il giuramento fatto al momento del mio ingresso nella magistratura”, ha aggiunto. “Oggi – continua Palamara – sono cadute definitivamente tutte le accuse di corruzione mosse nei miei confronti essendo mutata l’ipotesi di reato che mi viene contestata dalla procura di Perugia. Quindi, non c’è mai stata nessuna corruzione al Csm come una parte della (dis)informazione raccontava il 30 maggio del 2019 all’inizio di questa vicenda”. Tutto questo, ha spiegato l’ex membro del Csm, “mi consentirà di essere più libero e di dedicarmi con rinnovato vigore alla battaglia di verità su ciò che non ha funzionato all’interno della magistratura e nei rapporti tra politica e magistratura a supporto di quei tanti cittadini onesti che in questi anni mi hanno sostenuto e che fuori dalle ipocrisie vogliono far sentire la loro voce per una vera riforma della giustizia che – ha concluso Palamara – da troppo tempo manca nel nostro Paese”.