Vaccino antinfluenzale: quante dosi sono state comprate in Umbria. Fondamentale per non agevolare l’infezione Covid.
Vaccinarsi contro l’influenza quest’anno sarà fondamentale. Per questo il ministero della salute – data la concomitanza con l’emergenza Covid – ha esteso la raccomandazione della vaccinazione antinfluenzale a partire dai 60 anni di età, non più dai 65 come negli anni precedenti e ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni. Il vaccino è determinante anche nell’ottica di facilitare la diagnosi di positività a Sars-Cov2 e ridurre il sovraccarico del sistema sanitario. Naturalmente la priorità è quella di immunizzare le persone a rischio, con diabete, cancro o malattie polmonari, o i conviventi di pazienti gravi. Contemporaneamente va protetto il personale sanitario, così come le forze dell’ordine e insegnanti. In Umbria la Regione dell’Umbria ha acquistato in totale 262 mila dosi di vaccini, di cui 173 mila per i soggetti che hanno superato i 65 anni di età, 83 mila per tutti i soggetti a rischio per patologie o condizioni varie, di età compresa tra i 3 e 64 anni. Mentre altre 6 mila dosi sono destinate ai bambini di età compresa tra 6 mesi e 3 anni. Lo riferisce l’assessore alla Sanità Luca Coletto che garantisce ” l’obiettivo del 75% di vaccinazione della popolazione a rischio è alla nostra portata, considerato che i soggetti potenzialmente coinvolti sono circa 256 mila, tra over sessantacinquenni, bambini sotto i 6 anni, operatori sanitari e altre categorie”. Gli esperti continuano a sottolineare la necessità di proteggersi contro un’infezione niente affatto banale come può essere l’influenza in alcuni casi. Aiuta a fare diagnosi differenziale rispetto al Covid-19 ma soprattutto, a giudicare da alcune evidenze, sembra aumentare la risposta immunitaria complessiva fornendo un’arma di difesa in più contro la malattia da Sars-Cov2. Insomma vaccinarsi contro l’influenza permetterebbe di raggiungere almeno cinque obiettivi: riduzione del rischio di complicanze legate all’influenza ; minore pressione sulle strutture ospedaliere ; una semplificazione della diagnosi e della gestione dei casi sospetti a causa della sintomatologia sovrapponibile con il Covid ; una protezione in più per il Coronavirus, in quanto un soggetto già indebolito dall’influenza potrebbe riscontrare conseguenze più serie nel contrarre successivamente il Covid ; non agevolare l’infezione da Coronavirus. Ci sono stati , infatti, degli studi recenti che hanno dimostrato come alcuni virus influenzali potrebbero facilitare l’ingresso del sars-Cov2 nei polmoni.