Tk-Ast, l’ad Morselli tira dritto e comincia a “smontare” il polo
TERNI – “Terni non è Porto Marghera o una delle oltre 100 vertenze aperte in Italia, l’Ast di Terni è un caso nazionale: qui la Thyssen Krupp vuole attuare un’operazione finanziaria che porterà in due anni al depotenziamento del polo e alla sua vendita”. E’ unanime l’analisi dei sindacati sul piano di dimensionamento presentato dalla multinazionale tedesca per l’Ast. “Un piano che non ha nulla di industriale” tengono ancora a precisare. Un piano che, nonostante il no dei sindacati, il parere contrario delle istituzioni, la mobilitazione dei lavoratori, l’azienda sta attuando a testa bassa. L’amministratore delegato, Lucia Morselli, tira dritto e in fretta. Giovedì nel corso di un consiglio d’amministrazione sarà decretato lo scioglimento delle consociate di Ast. Che cosa significa questo? Lo spiega bene un rappresentante Rsu del Tubificio nel corso dell’incontro con Simona Bonafè : “Con lo scioglimento della consociata e la chiusura del settore commerciale, il Tubificio, che è uno dei fiori all’occhiello e ha una storia ventennale, diventa un reparto dell’Ast e rischia la chiusura”.
Stessa sorte per la Società delle Fucine. “Vengono ora da una riunione in cui ci si comunica una variazione sul piano ferie – dice un sindacalista – in pratica ci mandano in ferie una settimana prima e questo significa che va in fumo un lavoro che stavamo portando a termine e che avrebbe consentito a settembre di chiudere con un saldo negativo di solo un milione di euro, e che ora rischia di salire a 10”. Il sospetto dei sindacati è che questa sia stata una mossa ad hoc per offrire il “pretesto all’amministratore delegato di dire che la società è in pesante perdita e quindi va ridimensionata. Ma a questo gioco – dice un operaio con il fiato corto e quasi le lacrime agli occhi – non ci stiamo”.
Si sta procedendo anche con il taglio dei manager. “In sostanza – è stato spiegato nel corso della riunione alla Cisl – i dirigenti vengono messi davanti all’alternativa di accettare un demansionamento o il licenziamento”.
C’è poi chi punta l’attenzione sugli effetti economici e sociali del piano. “La deindustrializzazione di Terni significa la deindustrializzazione dell’Umbria, la morte della città e anche della regione – sostiene Bravi – l’azione di lotta continua con una nuova iniziativa dopodomani e una mobilitazione di tutta l’Umbria per i primi di settembre”. “In altri tempi – spiega un altro sindacalista – le vertenze dell’Ast sono state affrontante con l’aiuto degli ammortizzatori sociali che hanno accompagnato i lavoratori in esubero alla pensione. Gli esuberi di cui parla la Thyssen non potranno usufruire degli strumenti di Stato. Si parla di operai di 35-40 anni che non possono essere considerati “esuberi” ma “licenziati”. E questo avrà pesanti, pesantissime ricadute sociali”.
I tempi di certo non giocano a favore degli operai la cui preoccupazione sale se si considera che agosto, il periodo delle ferie, viene considerato “pericolosissimo” da parte dei lavoratori per le azioni che l’Ad potrebbe mettere in campo. “A settembre – dicono gli operai – potremmo trovarci con il piatto servito”. Ecco perché i segretari regionali dei sindacati di Cgil, Cisl e Uil, Bravi, Sbarra e Bendini, chiedono un’azione urgente e decisa per bloccare il piano di Tk-Ast. “Non vogliamo ridiscutere il piano – va giù duro Sbarra – quello non è un piano da discutere, va bloccato e basta e subito”. Ecco quindi la richiesta di un’azione concreta e forte da parte del Governo per fermare la Thyssen Krupp. “Un’azione di forza – dicono – contraria quella attuata dalla Morselli”.