Aeroporto, il caso “San Francesco” a Palazzo Cesaroni. I vertici di Sase: “FlyVolare punterà ad acquisire una licenza in Italia. Scalo con i conti in pareggio”
PERUGIA – Il caso dell’aeroporto San Francesco approda a Palazzo Cesaroni, con l’audizione della Sase in Seconda commissione, presieduta da Eros Brega. All’audizione hanno preso parte anche Sviluppumbria (socio al 35,96 per cento per conto della Regione) con il direttore Mauro Agostini ed il dirigente regionale Diego Zurli.
“Per la prima volta – ha detto il presidente Ernesto Cesaretti – con la semestrale 2017, l’aeroporto presenta un bilancio positivo. Abbiamo avuto un incremento del 16-20 per cento di passeggeri rispetto al 2016, arrivando a circa 250 mila, un numero che sostanzialmente ne permette il mantenimento e la sussistenza”.
Tra le richieste di chiarimento ai vertici della Sase, anche quella relativa alla situazione legata alla vicenda ‘Fly Volare’. Dagli interventi di Cesaretti e Agostini, che hanno risposto a numerose domande dei consiglieri regionali presenti, è emerso che, nella previsione di investimenti sull’aeroporto, la Regione Umbria attraverso Sviluppumbria, la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e la Camera di Commercio hanno sottoscritto un accordo che prevedeva, per tre anni, il versamento di un milione di euro all’anno, ciascuno, per investimenti mirati alla crescita. Il Consiglio amministrazione è stato rinnovato e portato a cinque componenti (“per un più ampio confronto”) e si è deciso di investire su aziende che potevano garantire la presenza di un aereo fisso, di base su Perugia, perché questo avrebbe significato portare ulteriori, circa, 100mila passeggeri sul territorio. È stata quindi predisposta una manifestazione di
interesse a cui ha risposto soltanto Fly Volare (compagnia maltese con soci italiani). Ci sono stati quindi incontri mettere a punto il progetto e Fly Volare ha chiesto una somma a garanzia, a fronte di investimenti per l’acquisto di alcuni aerei, di 500mila euro come caparra confirmatoria che gli sarebbe stata riconosciuta se avessero rispettato quanto previsto. Dopo alcuni mesi, arrivati giugno, Fly Volare ha presentato un contratto di
acquisto degli aerei e a questo punto Sase ha deciso di dare seguito all’accordo. Ma dopo tre mesi, alla luce del non rispetto di quanto stabilito, Sase ha fatto recapitare la lettera di disdetta ed ora i 500mila euro dovrebbero essere restituiti.
Nel sottolineare che “la Fly Volare ci ha assicurato la restituzione dei 500mila euro, ma hanno anche prospettato un’altra ipotesi, quella di acquistare un licenza in Italia e rapportarsi con Enac per le necessarie autorizzazioni. Per quanto riguarda Fly Marche, volevano organizzare viaggi per il mare (Olbia, Croazia ed Isola d’Elba). Hanno provato a scrivere un contratto che non abbiamo mai preso in considerazione. Il nostro Cda – ha
spiegato Cesaretti – ha deciso di mettere a disposizione 10mila euro a fine stagione nel caso avesse funzionato tutto al meglio. Da tenere presente che l’aeroporto non c’entrava nulla tant’è che gli stessi biglietti li gestivano direttamente in quanto tour operator. L’aeroporto perugino non ha mai avuto alcuna responsabilità”.
Tornando poi a parlare di Fly Volare, Cesaretti ha detto che “abbiamo speranza che nel prossimo consiglio di amministrazione possiamo decidere se stoppare l’accordo oppure continuare a gestirlo perché siamo convinti che sono a buon punto per disporre delle licenze necessarie e mantenere dunque l’accordo. Con un aereo di base si aprirebbero importanti percorsi per nuovi investimenti. Abbiamo avuto contatti con una società spagnola per aprire un tratta con Barcellona. C’è inoltre l’impegno da parte di Ryanair di aprire la tratta con Francoforte. Per altre soluzioni abbiamo preso contatti anche
con Lufthansa”.
Nella sua relazione, Mauro Agostini ha spiegato che l’aeroporto, nel 2013, perdeva 1milione 529mila euro ed aveva 215mila passeggeri. È stato quindi messo in campo un piano di risanamento con l’obiettivo di coprire i costi di gestione e che sta dando risultati particolarmente significativi. Nel 2014 l’aeroporto ha perso 1milione 176mila euro, nel 2015 ha perso 845mila euro, nel 2016 ha chiuso con meno 320mila euro, nella semestrale 2017 chiude positivamente con 59mila 349 euro. La pre-chiusura del 2017 consegna un’ipotesi di sostanziale pareggio. Oggi l’aeroporto non ha debiti ed ha raggiunto il punto di equilibrio con 250mila passeggeri. Con questa situazione economico-finanziaria e portando a termine la messa a punto di nuove tratte, arricchendo quindi l’offerta, è possibile creare una nuova potenziale attenzione per investimenti privati.
Il presidente Brega, nel rimarcare che “la questione aeroporto ed il suo buon funzionamento e programmazione è importante per l’intero territorio regionale”, ha sottolineato l’importanza di affrontare con nuove ed ulteriori audizioni tutto il sistema del trasporto regionale, compreso dunque quello stradale, ma soprattutto quello ferroviario. “Bisogna fare un ragionamento di prospettiva su un progetto allargato – ha detto – ascoltando tutti i soggetti interessati insieme alla Giunta regionale”.
INTERVENTI: Gianfranco CHIACCHIERONI (Pd): “Anche l’aeroporto ha risentito
delle conseguenze del sisma dello scorso anno. Dobbiamo guardare con maggiore attenzione alle zone di confine, soprattutto delle Marche che rappresentano una utenza potenziale di grande rilievo, visto che per molti rimane più vicino lo scalo di Sant’Egidio rispetto a Falconara”. Giacomo LEONELLI (Pd): “Che l’aeroporto rappresenti una infrastruttura strategica per l’intera regione è chiaro a tutti. È importante avere i numeri degli altri aeroporti concorrenti del nostro, di regioni vicine, per renderci conto del panorama in cui ragioniamo. Anche sulla base di questi risultati strutturare un strategia più efficace, magari allargandola ad un assetto infrastrutturale complessivo, dalla gomma al ferro che possa andare ad intersecarsi con bacini di potenziale crescita anche del Centro Italia”.
Andrea LIBERATI (M5S): “L’aeroporto sta galleggiando con il continuo rischio di precipitare. Credevamo vi sareste presentati dimissionari in audizione visti i magri risultati raggiunti. Invece se ne va soltanto il direttore Farabbi per motivi non chiari. Si percepisce l’assenza di una programmazione infrastrutturale integrata nazionale e regionale. Sarebbe bello fare del nostro aeroporto il secondo di Roma, ma senza il
quadruplicamento dell’Alta velocità con un tracciato anche interno all’Umbria, siamo dinanzi allo stallo e alle solite chiacchiere”. Raffaele NEVI (FI): “Auspico che Sase possa portare a termine l’accordo con Fly Volare in moda da offrire nuovi servizi. Va sottolineato che il bilancio, seppure in pareggio, per la Regione significa continuare ad impegnare ingenti risorse. E non si può continuare per sempre a ricorrere a risorse pubbliche. Bisogna capire bene se il privato rappresenta un’azione possibile. Il fatto
che alla manifestazione di interesse ha risposto soltanto un soggetto, crea alcune preoccupazioni. Altre Regioni utilizzano già risorse legate ai fondi strutturali, cosa che dovrebbe fare anche l’Umbria per lo sviluppo dell’infrastruttura”.
Silvano ROMETTI (SeR): “Bisogna puntare alla realizzazione della stazione di fronte all’aeroporto. Nel programma triennale del Ministero ci sono 56 milioni di euro per la tratta Foligno-Perugia e le risorse per la stazione devono essere ricomprese lì. L’obiettivo tendenziale era il raggiungimento di 400mila passeggeri nel 2017, non ci si è riusciti per situazioni oggettivamente reali”: Claudio RICCI (Rp): “Prendo atto dei risultati che si stanno raggiungendo nell’anno in corso. Sulla questione legata alla compagnia Fly Volare, che non era munita delle autorizzazioni necessarie per mettere in atto i servizi previsti, Sase ha avuto una condotta imprudente versando la caparra confirmatoria di 500mila euro. Essendo risorse pubbliche ho inoltrato, da qualche settimana, alla Procura regionale della Corte Dei Conti, la ‘segnalazione’ affinché verifichi la situazione. Se tutto fosse confermato sarebbero un atto dovuto le dimissioni dei responsabili SASE e dei responsabili politico istituzionali della Regione Umbria”.
Andrea SMACCHI (Pd): “Bisogna capire, Giunta regionale e maggioranza, le prospettive di sviluppo dell’aeroporto. Non si può continuare ad investire per pagare le spese e pareggiare i bilanci. Apprezzo della gestione l’anno del post sisma quando il sistema ha avuto un balzo di turisti e passeggeri stranieri. Quanto accaduto questa estate con Fly Volare non deve più accadere, fare annunci, conferenze stampa, cioè, senza avere certezze”. Valerio MANCINI (LN): “Sull’aeroporto è necessario continuare ad investirci. Sono altre le strutture in cui si sprecano risorse senza portare nulla. Su questo tema, sul quale abbiamo depositato una mozione nel febbraio dello scorso anno, ancora senza risposta, è importante continuare con altre audizioni. Su Fly Volare è importante acquisire i pareri di Enac. Oggi, con il pagamento di 500mila euro c’è un danno erariale e soprattutto di immagine, oltre che economico. È importante acquisire anche la
documentazione rispetto a Fly Marche”.