Aidas Terni, botta e risposta tra sindacati e commissario sulla cassa integrazione

TERNI – Il ministero del Lavoro ha negato la Cassa Integrazione Guadagni Straordinaria (Cigs) alle lavoratrici Aidas, perché la Cooperativa non aveva i requisiti necessari all’attivazione della stessa. Andava semmai richiesta la Cassa Integrazione in Deroga e non quella Straordinaria. La Cigs riguardava (per il periodo di giugno-luglio-agosto) 12 unità lavorative e per il restante periodo 10 unità.

“Questa lavoratrici, tenute a casa a zero ore, con una comunicazione della commissaria liquidatrice dott.ssa Marcella Galvani – scrivono i segretari della funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil, Lucci, De Piccoli e Venturi – ora si vengono a trovare, non essendo stata accettata la Cassa, non solo senza stipendio, ma anche senza gli ammortizzatori sociali. Paradossalmente alcune di loro, avendo iniziato dei corsi di formazione riservati ai cassaintegrati, rischiano addirittura di vedersi addebitati i relativi costi”.

“Del provvedimento del ministero di 20 giorni fa (risalirebbe al 4 settembre ndr.), sia le organizzazioni sindacali – dicono Cgil, Cisl e Uil – sia le lavoratrici interessate sono state sino al 19 settembre tenute all’oscuro”. Ferma la posizione di Cgil Cisl Uil del Comparto della Cooperazione Sociale espressa a Perugia nei locali della Regione, nell’incontro tenutasi martedì, secondo cui le lavoratrici non dovranno essere penalizzate di un solo euro.

I sindacati sono quindi rifiutati, in accordo con le lavoratrici interessate, “di sottoscrivere la Cassa Integrazione in Deroga in quanto, causa il bando emanato dal Commissario per l’affitto di ramo di azienda della struttura di Collerolletta, lo stesso comporterebbe non tanto una (e neanche certa) integrazione al salario per qualche mese, ma l’effettiva estromissione dal ciclo produttivo e quindi la perdita del posto di lavoro. Il bando per l’aggiudicazione in affitto della struttura – continuano le organizzazioni sindacali – tiene fuori, sorprendentemente, i cassaintegrati così come alcune lavoratrici in maternità”.

A tal proposito Cgil Cisl Uil si sono dette comunque disponibili, nel rispetto dei tempi consentiti (20 giorni), a sottoscrivere la richiesta di Cig in deroga per il futuro, “a condizione – dicono – che essa sia applicata senza favoritismi e sperimentando prima ogni meccanismo che eviti l’esclusione dal ciclo produttivo con una nuova interpretazione dell’art. 5 del bando di gara”.

Cgil Cisl Uil manifestano anche la loro preoccupazione in quanto il bando potrebbe essere soggetto a possibili contenziosi, che potenzialmente allungherebbero i tempi, provocando ulteriori problemi ai Dipendenti della Cooperativa Aidas in liquidazione coatta e vigileranno affinché ogni provvedimento del Commissario non vada ulteriormente a gravare e quindi a scaricare sugli incolpevoli lavoratori gli errori che anche la gestione commissariale potrà ulteriormente commettere.

Non si è fatta attendere la risposta del commissario liquidatore. La dottoressa Marcella Galvani ha avviato a una nota le precisazioni rispetto alle dichiarazioni dei sindacati.

Ecco il testo del suo intervento: “A due giorni dalla data di scadenza della presentazione delle offerte per la partecipazione alla gara per l’affitto del Ramo di Azienda di Collerolletta, i rappresentanti dei Sindacati riportano in un comunicato stampa dichiarazioni difformi dalla realtà che ritengo doveroso smentire, anche ai fini del normale svolgimento delle operazioni di gara.

Non è vero – continua la Galvani – che il Commissario ha “tenuto all’oscuro” un “provvedimento del 4 settembre”, con cui il Ministero avrebbe negato la Cigs, infatti tale provvedimento ad oggi non esiste. L’unico documento di cui il Commissario è a conoscenza, peraltro ancora solo informalmente, indica motivi ostativi (non il diniego) alla concessione della Cigs. Non è vero che “le lavoratrici si vengono a trovare senza gli ammortizzatori sociali”; infatti, anche qualora la Cigs venisse negata, Aidas avrebbe accesso allo strumento della Cig in Deroga, con identica tutela per le dipendenti non “penalizzate di un solo euro”.

Paradossale appare la posizione dei rappresentanti dei Sindacati nei confronti della richiesta del Commissario di sottoscrivere l’accordo per la Cassa Integrazione in Deroga. Dopo aver infatti già firmato l’accordo per l’accesso alla Cigs, consapevoli che tali lavoratori fossero in esubero in relazione agli standard necessari per la sopravvivenza dell’azienda, dichiarano oggi di non voler sottoscrivere la Cigd, cioè un accordo di identico contenuto, in quanto basato sugli stessi presupposti, per le stesse unità lavorative, con le stesse tutele. Aidas si trova in una procedura analoga al fallimento causata dalla evidente sproporzione tra costi e ricavi e la salvezza dei posti di lavoro passa attraverso la riduzione dell’organico a livelli di sostenibilità pari alle dotazioni di personale previste oggettivamente dagli standard regionali e di ciò i rappresentanti sindacali sono perfettamente consapevoli.

La gara attualmente in corso per l’affitto del Ramo di Azienda garantisce l’occupazione di sessanta unità lavorative, il massimo consentito dagli standard senza sfociare in situazioni di deficit strutturale che ne comprometterebbero la possibilità di ricevere offerte. Non è stato quindi commesso alcun errore dalla gestione commissariale – conclude il commissario – e se i dipendenti di Aidas rimarranno senza ammortizzatori sociali l’unica responsabilità sarà attribuibile solo ed esclusivamente ai rappresentanti dei sindacati. La gara va avanti. Nell’interesse dei lavoratori”.

Un pensiero riguardo “Aidas Terni, botta e risposta tra sindacati e commissario sulla cassa integrazione

  • Set 26, 2014 in 11:48
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    Spero solo che in questa vicenda prevalga l interesse delle lavoratrici AIDAS non quello di qualcuno , anche perché troppa sin ora è stata la confusione e il prevalere di interessi di parte .
    Con il sociale non si può giocare ci sono persone che hanno bisogno e qui parliamo di soggetti alla fine della vita che vengono è devono essereassistiti nelle migliori condizioni dalle lavoratrici.

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