Amianto, nessun rischio per i lavoratori delle Acciaierie
PERUGIA – “Seppure rimanga una esigua presenza di componenti confinati contenenti amianto per i lavoratori non esiste alcun rischio di esposizione visto che non esiste alcuna dispersione”. È quanto emerso stamani in Seconda Commissione, presieduta da Eros Brega, dall’audizione con tecnici, rappresentanti delle aziende, ThyssenKrupp Acciai Speciali Terni, Sgl Carbon di Narni e dell’Officina manutenzione ciclica locomotive di Foligno (ex Ogr). L’audizione odierna conclude di fatto le iniziative che la Commissione, su richiesta (interrogazione) del gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, ha messo in atto ascoltando rappresentanti dell’Ispettorato nazionale del lavoro, dell’Osservatorio nazionale amianto, di sindacati, Confindustria, di Arpa, Inail, Usl, amministratori e tecnici dei Comuni di Terni Narni e Foligno e degli assessorati regionali di Sanità e Ambiente sul tema della presenza di amianto nei siti umbri.
E da queste audizioni è emerso che i siti industriali con più alta concentrazione di amianto erano quelli per i quali oggi si è dato corso alle audizioni conclusive. Secondo quanto illustrato da Antonio Bernardini (responsabile Officina manutenzione ciclica locomotive di Foligno), Fernando Camponi (Ast TK – responsabile ecologia, ambiente e sicurezza) e Mauro Montani (ex Ad Sgl Carbon – liquidatore) risulterebbe una presenza residua relativamente, soprattutto, ad alcune coperture, discendenti, guarnizioni o comunque articoli isolanti per la coibentazione. In tutti gli impieghi è stato rimarcato come l’amianto sia di matrice compatta e comunque “confinato”, senza alcun rischio quindi di esposizione. È stato anche assicurato il costante monitoraggio ambientale da parte delle stesse aziende, con risultati assolutamente rassicuranti per quanto attiene la dispersione di fibre. Il presidente Brega ha comunque richiesto ai rappresentanti delle tre aziende operanti in Umbria una relazione scritta, dettagliata, non solo sulla situazione attuale dei siti, ma anche rispetto ad una mappatura storica dell’azienda, per quanto attiene, nello specifico, a rischi di esposizione all’amianto a cui sono stati eventualmente sottoposti i lavoratori con conseguenze sulla loro salute. Il lavoro della Commissione proseguirà con l’analisi ed il confronto su quanto acquisito.
L’obiettivo, come è stato ribadito anche nella riunione odierna, è quello di avviare una riflessione e analisi su una questione che riguarda tutti i lavoratori umbri che hanno operato in ambienti con presenza di amianto e ancora esclusi da benefici e risarcimenti previsti dalle normative. L’impegno della Commissione è quello di presentare all’Assemblea legislativa, per il voto, una risoluzione unitaria tesa a sortire una normativa nazionale che “dia finalmente risposta ad una questione di civiltà e giustizia del diritto del lavoro”.
ANTONIO BERNARDINI (Responsabile Officina manutenzione ciclica locomotive di Foligno – ex Ogr): “La struttura effettua la manutenzione delle locomotive elettriche. Lo stabilimento è nel sito di Foligno dal 1911 occupando un superficie complessiva di circa 14 ettari, di cui 7,8 coperti. C’è una centrale termica dismessa, (ne è stata costruita una nuova in adiacenza), al cui interno c’è un tetto in cemento/amianto di circa 220 mq. è comunque verso l’esterno ed è preservato in una copertura in lamiera. All’Interno di questa vecchia centrale termica sono presenti alcune caldaie, costruite ad inizi anni ’80, anch’esse dismesse: le 4 più grandi nel 2008, mentre la più piccola è rimasta in funzione fino al 2013. All’interno di queste caldaie ci sono dei componenti confinati contenenti amianto in matrice compatta (guarnizioni). In questa zona non ci sono più lavoratori ed è stata sempre tenuta sotto controllo per quanto attiene la qualità dell’aria attraverso rilievi ambientali sempre svolti con periodicità semestrale. Le analisi sono state effettuate in Mocf (Microscopia ottica a contrasto di fase) dando livelli della qualità dell’aria assolutamente rassicuranti da un punto di vista di dispersione di fibre”.
FERNANDO CAMPONI (Ast–responsabile ecologia, ambiente e sicurezza): “Per la parte di acciaieria propriamente detta, quella cioè che ha che fare con l’acciaio fuso, i materiali contenente amianto erano costituiti da articoli soggetti a rapida usura, come adesso avviene per i refrattari. In tutta questa area produttiva, non appena l’amianto è uscito dal commercio, sono scomparsi tutti gli articoli contenenti questo materiale. Quello che rimane di extra siderurgico riguarda in sostanza i tetti, come se ne vedono anche in ambiente urbano, o discendenti di alcune palazzine, o articoli isolanti per la coibentazione. In tutti questi impieghi l’amianto è confinato. Altro materiale presente in azienda riguarda gli archi spegnifiamma (dispositivi protettivi degli interruttori) che presentano matrice compatta, quindi senza alcuna dispersione. Per quanto riguarda l’esposizione in ambienti di lavoro, da oltre 20 anni diamo corso a monitoraggi ambientali con valori pari a zero o molto prossimi allo zero. In sintesi possiamo quindi dire: presenza sì, esposizione no. Nell’attività di monitoraggio non sono comprese anche una serie di attività volte a far sì che il rischio amianto scompaia completamente attraverso l’eliminazione dei manufatti presenti. Per questo da alcuni anni abbiamo iniziato a smantellare i tetti e ad oggi siamo quasi giunti a compimento dell’operazione, che si concluderà comunque nel giro di pochissimi mesi”.
MAURO MONTANI (ex Ad SGL Carbon – liquidatore): “L’azienda è attualmente in liquidazione ed auspico che presto possa riprendere la produzione attraverso la vendita dello stabilimento. L’azienda da sempre è stata molto attenta alla situazione relativa all’amianto. Già negli anni ’89/’90, quindi precedentemente alla legge che sarebbe cambiata nel ’91, sono stati eliminati dall’ambito della fabbrica tutti i manufatti contenenti amianto e negli anni seguenti sono stati seguiti attentamente tutte le disposizioni legislative. Siamo stati ovviamente oggetto di valutazione da parte di Enti esterni oltre ad una valutazione interna da parte dell’azienda. Attualmente, comunque già da qualche anno, gli unici manufatti in amianto riguardano soltanto la copertura di alcuni tetti che sono oggetto di controlli sistematici”. A margine degli interventi, CLAUDIO RICCI (Ricci presidente) ha rimarcato l’importanza di un risoluzione unitaria predisposta dalla Seconda Commissione e votata dall’Aula per porre al Governo la richiesta di osservare una “attenzione analoga anche per l’Umbria rispetto alla situazione nazionale, con riferimento soprattutto ai poli di Terni, Narni e Foligno. Prendiamo atto con soddisfazione che le aziende ascoltate hanno messo in campo nel corso degli anni tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza ai lavoratori”.