Antonio Carlo Ponti ci ha lasciato

Non è facile racchiudere in poche righe la poliedrica personalità di Antonio Carlo Ponti. Scrittore, poeta, critico d’arte, giornalista, animatore culturale, attento osservatore delle umane vicende, che sapeva far rivivere nei suoi scritti dando voce al suo amore per la terra umbra e soprattutto per la sua Bevagna, cui ha dedicato studi, poesie ed un’ inalterata passione. Laureato in lettere ha speso la sua professionalità come ricercatore dell’Agenzia Umbra  Ricerche, ma ha dedicato tutto il suo tempo libero al suo amore per l’arte e la letteratura. Poeta di rara intensità ha dato vita anche ad una casa editrice Umbria Editrice contribuendo a far conoscere opere di molti poeti umbri, che con lui hanno condiviso una declinazione non effimera della vocazione poetica della terra umbra ed a loro ha dedicato più di una antologia. Come giornalista non si può dimenticare, che ha fondato, e ne è stato il primo direttore, il quotidiano Il Corriere dell’Umbria contribuendo a far crescere una generazione di giovani giornalisti poi affermatisi anche nella stampa di rilievo nazionale. Ma Antonio Carlo è stato un infaticabile animatore di eventi culturali coinvolgendo anche personalità di grande rilievo ricordate nei suoi innumerevoli scritti sull’argomento. Basta scorrere l’indice del suo  Dizionario Sentimentale , una dei suoi ultimi lavori, per averne piena conoscenza. Si nutriva continuamente della migliore letteratura , bastava aggirarsi nella sua casa zeppa di libri e di opere d’arte per averne consapevolezza La sua personalità si arricchiva anche della sua frequentazione assidua con personalità di rilievo della cultura italiana, come tra l’altro Cesare Garboli, Gaio Fratini, Vittorio Sgarbi, che lo ha recentemente amichevolmente ricordato in un suo intervento su Io Donna, supplemento settimanale del Corriere della Sera. Sono tante le sue pubblicazioni ed omaggi degli amici a lui dedicati come innumerevoli le manifestazioni culturali premi  d’ arte e di poesia da lui animati. Non c’è nessun settore della creatività umana che non abbia esplorato. Ha coltivato numerose amicizie offrendo il suo talento e la sua profonda cultura. Ed ora che ci stringiamo nel dolore alla sua famiglia, nel ricordo anche della sua amata Nerina, non resta che salutarlo con un suo icastico verso: “E sia poesia”.