Assemblea annuale di Confindustria Umbria, Cesaretti: “Dopo la crisi, si intravede la svolta”
ASSISI – “L’avvicendarsi tra speranza e delusione lo abbiamo vissuto per parecchi anni, ma oggi, pare, e sottolineo pare, che la svolta ci possa essere davvero”. Lo ha detto il presidente di Confindustria Umbria, Ernesto Cesaretti, aprendo questo pomeriggio al teatro Lyrick di Assisi la parte pubblica dell’assemblea annuale dell’associazione degli industriali. Un’assemblea incentrata quest’anno sui remi dell’innovazione e dell’internazionalizzazione. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, anche del presidente della Piccola Industria di Confindustria, Alberto Baban, e della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, Enrico Loccioni, fondatore e presidente di Loccioni Group, Alessandro Fancelli, socio fondatore della start-up innovativa Green Tales con sede a Terni, e Stefano Neri, vice presidente di Confindustria Umbria.
Cesaretti ha tenuto a precisare che più che di svolta è più opportuno parlare di “tenue inversione”, che, comunque, “per quanto debole ed instabile, lascerebbe immaginare che il fondo sia stato ormai toccato” immaginando “quindi che usciremo gradualmente dalla recessione”.
Cesaretti ha accennato ad un “clima di fiducia” delle imprese manifatturiere “che è salito perché migliorano i giudizi sugli ordini, e si innalzano le attese di produzione”. Anche per il settore delle costruzioni, che più di ogni altro ha sofferto la recessione, “si possono percepire segnali incoraggianti che farebbero intravedere una leggera risalita”. Cesaretti ha parlato di “sentimenti di fiducia” anche nel terziario e nel commercio. Nel 2015, inoltre, il Pil “dovrebbe segnare un aumento dello 0,5 per cento”.
“Non sarà certo facile rimediare agli enormi danni che la crisi ha prodotto, qui da noi con intensità non comune” ha aggiunto Cesaretti secondo cui un compito duro sarà quello di rimuovere le macerie che si sono accumulate in questi anni di crisi e che richiederà tempi lunghi ed un enorme sforzo di trasformazione”.
Il presidente di Confindustria Umbria quindi ha parlato dell’industria umbra che ha perso 22 mila posti di lavoro in sette anni, il fatturato delle società di capitale è calato mediamente del 35 per cento e l’utile del 143 per cento.
Ha ricordato le crisi aziendali ponendo l’accento sull’Ast di Terni, il “caso eclatante ed emblematico” che ha avuto rilevanza nazionale per il suo impatto, ovvero quello dell’Ast di Terni. Esprimendo l’apprezzamento per il lavoro svolto dalle istituzioni locali, in particolare dalla presidente Marini, e dal governo nazionale, Cesaretti ha affermato che: “la conclusione positiva della lunga e durissima vertenza, sancita dal recente accordo, speriamo crei le condizioni per il consolidamento della presenza in Umbria delle acciaierie che sono, senza retorica, un pezzo insostituibile dell’identità regionale”.
Il presidente degli industriali umbri ha poi detto, parlando in generale che, “è necessario un cambio di passo per esprimere il meglio delle risorse che abbiamo, superando la logica del rimedio di cui talvolta siamo stati prigionieri”. Cesaretti ha sostenuto che per ridare forza all’industria occorre per prima cosa “traghettare quante più imprese possibile fuori dalla crisi” ed in questo “il ruolo delle banche è decisivo”. Come secondo passaggio Cesaretti sostiene che lavorare senza sosta per rendere più solido il radicamento delle multinazionali presenti “e possibilmente per attrarne altre, affrontando i temi sui quali abbiamo margini di manovra, quali le infrastrutture, l’energia, le procedure amministrative, la formazione”.
Terza questione messa al centro è quella delle “aziende locomotive”. “Sarebbero più di sessanta – ha osservato Cesaretti – le imprese umbre eccellenti che potrebbero, per dimensione, mercato e tecnologia, trainare lo sviluppo delle relative filiere ed alcune iniziative di politica industriale che avrebbero dovuto facilitare questo avanzamento, quali le ‘Reti stabili’ ed i ‘Poli di innovazione’, meritano una riflessione perché non sempre hanno determinato gli effetti sperati”. Altro aspetto evidenziato, quello della “nuova manifattura”, visto che “la manifattura additiva, legata alle stampanti 3D, è un treno sul quale dobbiamo salire, anche perché possediamo molti requisiti che ci consentono di giocare un ruolo di primo piano”.
L’ultimo passaggio dell’intervento è stato dedicato al turismo Cesaretti ha ricordato che l’Umbria “non è riuscita a fare il ‘grande salto’ come destinazione turistica e per questo bisogna avviare realmente una promozione integrata ed unitaria oltre che una efficace politica di brand territoriale”. Connettendolo con il turismo, e con altri importanti settori produttivi, Cesaretti ha inoltre parlato del tema Expo 2015, considerato che “l’esposizione universale è una grande occasione per promuovere l’Umbria in ambito internazionale come luogo di eccellenze”.