Assisi, alzata l’antenna del Caminaccio, Lunghi: “Ascoltare tutti ma poi seguire la legge”
ASSISI – Il regalo di Natale per gli assisani è stata il montaggio dell’antenna del Caminaccio, montata il 24 dicembre in poche ore, alla presenza delle forze dell’ordine per prevenire ed evitare eventuali disordini da parte del Comitato dei residenti. “E’ una decisione di cui il sindaco Lunghi si assume ogni responsabilità – prosegue il Comitato – sappiamo che la legge tutela il gestore telefonico ma non si possono dimenticare la tutela alla salute e anche all’ambiente considerando l’impatto estetico in una zona che è’ patrimonio Unesco”.
Un ultimo atto dunque, dopo la presa di posizione piuttosto chiara del sindaco facente funzione Antonio Lunghi. “Le antenne hanno ottenuto i relativi permessi a costruire e i necessari pareri favorevoli. Da sindaco – dice Lunghi – ho ritenuto opportuno e doveroso incontrare i Comitati, sebbene fossi sollecitato da più parti a non farlo, scaricando magari un bel numero di responsabilità sia politiche che amministrative ed appellandomi alla demagogia che oggi va tanto di moda: della serie “andate a cercare quelli prima di me”. Lunghi spiega di aver chiesto verifiche anche all’Arpa e alla Sovrintendenza e d aver verificato la fattibilità della delocalizzazione. “Dopo alcuni incontri è emersa la disponibilità alla traslazione delle antenne, a condizione che le attuali fossero messe subito in esercizio e che il Comune si accollasse i costi per la realizzazione dei nuovi siti e la rimozione dei precedenti per una spesa complessivamente stimata in € 290.000,00. Ovviamente questa spesa – ha detto Lunghi – è insostenibile per le casse comunali e non si può chiedere a tutti gli altri cittadini del Comune di farvi fronte; comunque tale spesa costituirebbe una chiara ipotesi di danno erariale per l’Ente; la soluzione da qualcuno prospettata circa il prolungamento del periodo di locazione in favore dei gestori senza la riscossione del relativo canone, non è sicuramente indolore per l’Ente che dovrebbe rispondere alla Procura Regionale della Corte dei Conti per danno da “lucro cessante”.
Nella sua lunga nota, Lunghi fa riferimento all’ordinanza emanata dal sindaco di Gubbio Stirati per l’impianto di Padule ma mette in evidenza alcune differenze: “il Comune di Gubbio non ha redatto il regolamento comunale per l’installazione degli impianti radioelettrici e non ha un piano di localizzazione, situazione, pertanto, ben diversa da quella presente nel Comune di Assisi che si è dotato di un proprio regolamento in materia. Inoltre l’ordinanza eugubina è basata essenzialmente su motivi di “ordine pubblico” e solo parzialmente sulla necessità di effettuare ulteriori valutazioni tecnico-istruttorie. Nel caso di Assisi, come già ricordato, entrambe le antenne hanno già ottenuto tutti i necessari pareri e nulla osta obbligatori. Insomma in Assisi lo stesso provvedimento verrebbe facilmente impugnato di fronte al Tribunale Amministrativo dai Gestori di Telefonia mobile con richiesta di danni per l’interruzione di pubblico servizio”. Infine Lunghi punta a sgomberare il campo da dietrologie: “E’ giusto che il sindaco si prenda le offese da parte dei cittadini, sia che abbiano ragione, sia che non ne abbiano, ma le decisioni si debbono assumere a norma di legge”.