Assisi, sgominata la “banda dei gratta e vinci”
ASSISI – Arrestata la cosiddetta “banda dei gratta e vinci”, che da mesi erano diventati l’incubo peggiore dei titolari dei bar e delle tabaccherie dell’intero comprensorio assisano. La cattura è avvenuta a Fontivegge, dopo un furto ad Arezzo e il rientro dei malviventi in treno. La banda era apparentemente senza punti di riferimento dai quali fare partire le indagini. I componenti della gang “dei gratta e vinci” agivano completamente “nascosti”, muniti di guanti, e incarnano il prototipo del ladro perfetto: non una sbavatura, né un errore nei colpi che di settimana in settimana “mietevano vittime” tra i commercianti della zona. Inoltre la banda non ha mai usato mezzi di trasporto, mai avvistata o segnalata una targa, né un modello di auto da monitorare o su cui accentrare l’attenzione.
Diversi i colpi: ad essere bersagliati in prevalenza i bar di Bastia Umbra e Santa Maria degli Angeli ma ad essere “aggredite” in orari notturni anche ditte, dalle quali potere raggranellare i soldi per preparare un nuovo colpo. Un particolare non è sfuggito però agli inquirenti: l’unica costante in tutti i furti è stato il trafugare i biglietti della lotteria. Ne è nato un lavoro difficile, quasi impossibile. Le indagini, infatti, si sono spostate sui frequentatori assidui di bar – ricevitorie dove con maggiore frequenza vi è una concentrazione di giovani dediti al gioco ed iniziano a focalizzare l’attenzione su alcuni di essi che puntualmente si ritrovano presso gli stessi bar. Quei bar dove puntualmente i ladri incassano i biglietti vincenti asportati nel corso delle loro scorribande. E i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Assisi diventano conoscitori delle loro movenze e di alcuni particolari che ricorrono puntualmente nelle immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza. Adesso i giovani, tutti di età compresa tra i 16 e i 20 anni hanno un nome ed un volto.
E con ciò si spiegano anche i movimenti fulminei, un’agilità definita dagli investigatori quasi “felina”, una rapidità nell’agire da fare invidia al migliore acrobata. Ma a tutto questo manca un ultimo, importantissimo tassello: sapere dove e quando agiranno. La fortuna aiuta gli audaci ma anche chi persevera con costanza nella sua professione, senza lasciare nulla al caso: e i Carabinieri questa volta possono dirsi fortunati. Gli accertamenti si intrecciano con altre attività d’indagine condotte dai colleghi di Arezzo e consentono ai militari di sapere che in quel capoluogo sono stati notati girare con insistenza due giovani, la cui descrizione potrebbe coincidere con quella dei soggetti da loro attenzionati.
Sono le due di notte di giovedì quando anche ad Assisi giunge la notizia di una spaccata commessa ai danni di un bar di Arezzo: il bottino? Gratta e vinci. Con non poca difficoltà data l’ora tarda i militari riescono a riunire le forze necessarie per organizzare un servizio e andare ad attendere gli autori del furto alla Stazione ferroviaria di Fontivegge. L’intuizione dei Carabinieri si rivelerà giusta: poco prima delle 12,00 viene annunciato l’arrivo di un treno proveniente da Arezzo. I Carabinieri capiscono che è quello il treno giusto e passano al setaccio tutti i passeggeri. Due di loro non sfuggono all’occhio dei militari: giovani, con un borsone nero in mano e con tutta l’aria di chi quella notte anziché dormire “ha lavorato”. I due vengono perquisiti e nelle tasche dei pantaloni spuntano come per miracolo numerosi biglietti della lotteria, asportati quella stessa notte nel bar toscano.
Ma c’è di più: a casa di uno di loro nel corso della perquisizione vengono rinvenuti tablet, computer, telefoni cellualri di ultima generazione, I – Phone 4S e I – Phone 6. E ancora: macchine fotografiche, visori notturni, telecamere. Un mega store del rubato che vede tutt’oggi impegnati i militari per cercare di risalire ai legittimi proprietari. Alcuni di loro hanno anche i codici abrasi, segno evidente della loro illecita provenienza. La lunga notte di lavoro si conclude con due arresti e con la consapevolezza che forse, almeno un freno è stato posto a queste scorribande.