Ast, Renzi: “Credo nella soluzione positiva”, operai verso Bruxelles, con loro domani anche una delegazione della Regione

“Credo che a Terni si possa arrivare a una soluzione recuperando la capacità di dialogo. Per mia esperienza quando il sindacato fa il sindacato  e si occupa dei lavoratori credo sia una funzione fondamentale e faccio di tutto perché sia difesa”. Lo ha detto Matteo Renzi nel corso della sua visita oggi a Brescia. Mentre i lavoratori si preparano alla trasferta di Bruxelles, il presidente del Consiglio, lancia segnali incoraggianti. Un ottimismo che però non contagia gli operai di Terni da oltre dieci giorni in sciopero permanente e senza stipendi. Sono stanchi ma non mollano e domani porteranno la protesta a Bruxelles. In serata da Terni partiranno tre pullman di lavoratori che domani incontreranno i parlamentari europei eletti, Gasbarra, Bonafé e Sassoli. Questi ultimi loro volta stanno cercando di combinare un incontro con i rappresentanti della commissione europea. L’attenzione va mantenuta alta almeno fino a giovedì, giorno in cui a Roma, azienda e sindacati si ritroveranno al tavolo del Mise per la ripresa della trattativa interrotta bruscamente l’8 ottobre.

A guidare la delegazione per la Fim Cisl saranno Marco Bentivogli, segretario nazionale, e Gianni Alioti responsabile internazionale. “Domani saremo davanti al Parlamento Europeo e alla Commissione Ue – dicono – La Commissione Antitrust Ue presieduta da Joaquin Almunia ha prima bloccato l’acquisizione di AST da parte di Outokumpu nel febbraio 2012, ha poi indebolito gli assets italiani e si è completamente disinteressata del futuro degli assets italiani che aveva invece preso l’impegno a monitorare”.

“Ci auguriamo”, aggiunge il Segretario Nazionale della Fim, “che la nuova Commissione Ue presieduta da Jean Claude Junker sia meno anti-industriale di quella uscente di Barroso. Saremo a Bruxelles affinché tutto il Parlamento Ue, i nuovi commissari, diversamente dai predecessori, Margrethe Vestager alla concorrenza e Elzbieta BienKowska all’industria comprendano che il bilancino delle concentrazioni dei produttori europei va rivisto in base ad un produttore che si aggrega e pesa sempre di più, le importazioni dai paesi extra Ue. In questo senso le limitazioni alle concentrazioni tra i produttori europei rischiano di cancellare i produttori europei se non avranno la possibilità di avere economie di scala maggiori”.

In tutte le vicende industriali italiane, dall’Ast all’Alcoa, secondo il sindacato, la precedente Commissione da un lato ha usato due pesi e due misure nel sanzionare i diversi paesi europei, senza nessuna visione e nessuna politica per la difesa e lo sviluppo dell’industria continentale.

A Bruxelles sarà presente anche una delegazione della Regione Umbria sarà presente domani a Bruxelles. Della delegazione faranno parte la presidente della Regione, Catiuscia Marini, il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, l’assessore regionale Fabio Paparelli ed i consiglieri regionali Raffaele Nevi e Alfredo De Sio.

“Penso che la sede europea – ha affermato la presidente Marini – sia fondamentale per un confronto istituzionale sul futuro delle industrie europee dell’acciaio e tra queste Terni che rappresenta uno dei siti più rilevanti per dimensione, capacità produttiva, specializzazione (inox) e competitività derivante dall’essere questo un sito integrato”.

“La posizione assunta dalla Commissione Europea – ha aggiunto la presidente – che è stata in carica negli anni 2012-2014 è alla base di molte delle attuali difficoltà dell’Ast di Terni e più complessivamente dell’acciaio in Italia. Gli incontri che si terranno a Bruxelles con alcuni rappresentanti del Parlamento Europeo saranno fondamentali per mettere al centro dell’agenda politica europea il futuro industriale della siderurgia in Europa”.

“In particolare – ha detto Marini – l’industria italiana dell’acciaio, e con essa il ruolo stesso dell’Italia, non può subire un ridimensionamento della capacità produttiva a vantaggio di industrie del Nord dell’Europa. È arrivato il momento di porre in sede di Unione Europea, per questo settore, il rilevante interesse nazionale per il nostro Paese? Anche di questo vorremmo parlare negli incontri istituzionali che si terranno a Bruxelles”.

“Al tempo stesso – ha aggiunto – vogliamo richiamare l’attenzione sui comportamenti della multinazionale ThyssenKrupp in Italia: lo stipendio negato ai lavoratori è l’ultimo dei comportamenti anomali, troppo poco rivolti all’attenzione sociale, del lavoro e del territorio. Per difendere i posti di lavoro di oggi e dare prospettive certe al futuro delle nostre Acciaierie, abbiamo sempre più bisogno di una Europa che fa politiche industriali e si comporti con equità – ha concluso la presidente – nei confronti di tutti i Paesi membri”.

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