Ast, una settimana tutta in salita, cresce l’attesa per il tavolo di venerdì a Roma
Si apre domani una settimana molto intensa per le parti coinvolte nella vertenza Ast. Se l’appuntamento chiave è fissato per venerdì al Mise, i giorni che mancano da qui all’incontro serviranno per definire meglio i chiarimenti e le richieste da porre sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Domani mattina i sindacati si incontreranno con i capigruppo del consiglio comunale per fare un nuovo punto della situazione dopo la due giorni di tavolo tecnico che si è tenuta in prefettura, mentre martedì si vedranno con l’assessore comunale al Commercio, Daniela Tedeschi per definire una serie di iniziative di sensibilizzazione che i sindacati vogliono attuare nei giorni di TerniOn dal 19 al 21, durante la notte bianca.
Giovedì a Roma, invece, la presidente della Regione, Catiuscia Marini, dovrebbe incontrare i parlamentari umbri ed europei per definire una linea comune di condotta in vista dell’incontro di venerdì. L’appuntamento del 19 viene visto con una certa ansia perché potrebbe essere quello decisivo prima dell’incontro “di verifica” fissato per il 29 settembre sempre a Roma e perché l’azienda nel tavolo tecnico di Terni ha dimostrato, ancora una volta, fermezza e determinazione intorno al piano, presentato il 17 luglio, che prevede 550 esuberi e lo spegnimento del secondo forno.
Le organizzazioni sindacali sono uscite deluse da quel confronto ma qualcosa in quella sede è stato smosso a cominciare dai numeri e dalle contraddizioni sul buco di bilancio e sugli esuberi (http://www.umbriadomani.it/politica-umbria/ast-i-numeri-debito-non-tornano-15247/). E’ emerso infatti che a 180 milioni di euro ammontano i debiti dello scorso anno, imputabili alla gestione Outukumpu, debiti scesi da marzo di quest’anno a fine agosto a 45 milioni, quando l’Ast tornata in mano Thyssen. Centocinquanta gli esuberi ipotizzati a novembre dello scorso anno, 550 quelli proposti da Tk.
Detto questo, non c’è stata nessuna apertura da parte dell’azienda né era il tavolo ternano la sede in cui poter mostrare qualche spiraglio. L’azienda in questa settimana ha fatto delle richieste ben precise al Governo ed è quindi a Roma che gioca la partita vera. Nell’incontro informale avuto con il ministro Guidi, l’amministratore delegato, Lucia Morselli, ha parlato di costi dell’energia, di infrastrutture. Temi che dieci anni fa furono oggetto della vertenza del Magnetico. Su questi il segretario Ugl, Daniele Francescangeli, fa autocritica. “In dieci anni il territorio – dice – non è riuscito a sbloccare i lavori per completare la Orte-Civitavecchia” che, quindi, il segretario Ugl, pone come priorità. “Sappiamo inoltre, nonostante gli sgravi governativi già ottenuti – continua Francescangeli – che i costi elevati di produzione di energia elettrica potrebbero portare ad agevolazioni, adottate già in passato da diverse società, ottenendo effetti molto importanti”.
Francescangeli ribadisce inoltre la necessità di “intraprendere e approfondire relazioni con i maggiori esponenti politici a livello territoriale, nazionale e internazionale e di monitorare le opportunità che l’Unione europea offre per migliorare la produttività della siderurgia europea”.
Il premier Renzi dal canto suo, intervenendo alla Fiera del Levante di Bari, ha detto che Terni, Taranto, Piombino e Genova sono i pilastri del sistema manifatturiero italiano e che se il Paese non vuole affondare deve essere il secondo produttore e consumatore d’acciaio d’Europa.
Se al Mise ci sarà un punto di incontro tra le parti e quali saranno i termini di un eventuale accordo è difficile ancora ipotizzarlo. Resta il fatto che mancano poco più di due settimane per scongiurare il taglio da 550 posti di lavoro che, con l’indotto, salirebbero a circa un migliaio.