Ast Terni, gelo sulla trattativa, i sindacati fanno il punto
Scende il gelo sulla trattativa per l’Ast di Terni e non sarà facile ora per il ministro Guidi riallacciare le fila di una trattativa, già sull’orlo del collasso, che ieri pomeriggio ha vissuto una delle pagine più critiche segnando di fatto un ulteriore allontanamento delle parti. L’uscita dell’amministratore delegato, Lucia Morselli, che ha presentato, attraverso le agenzie di stampa, la proposta per il sito di viale Brin ha avuto un effetto dirompente sulle parti coinvolte nella trattativa. Istituzioni locali, sindacati nazionali e locati, insieme sulle barricate contro una proposta che per molti ha il sapore di un bluff.
Gli esuberi passerebbero da 550 a 290. A chi accetterà entro il 28 dicembre di uscire verrà riconosciuto un incentivo all’esodo pari a 80mila euro, chi lo farà dal 29 dicembre in poi, di 50mila. Accanto agli incentivi verrà concessa la cassa integrazione per un anno e poi reiterata fino al 30 settembre 2016. Si parla anche di tagli ai contratti integrativi che si traducono in una riduzione importante delle retribuzioni. Le istituzioni locali “bocciano” la proposta che “avrebbe – dicono – un costo sociale elevatissimo, scaricando esclusivamente sui lavoratori il peso del piano industriale, sia in termini di lavoratori in mobilità che di pesanti riduzioni salariali”. I sindacati locali giudicano il metodo “inaccettabile”, mentre il segretario nazionale della Fim, Bentivogli, dice che le dichiarazioni della Morselli “continuano a muoversi nella logica della propaganda e non aiutano lo sviluppo di un negoziato vero”.
A 24 ore dal tavolo (l’inizio è fissato per l e12 di domani ndr.) che segnerà nel bene o nel male il futuro dell’Ast, spetta al ministro Guidi il difficile compito di metterci una “toppa”. Non sarà semplice, considerando anche che le istituzioni locali non hanno preso bene le modalità con cui si è svolto l’incontro di martedì: la Morselli martedì avrebbe parlato quasi esclusivamente con il ministro Guidi che poi avrebbe riferito a sindacati e istituzioni locali. Istituzioni locali che in una nota ieri parlavano della possibilità in vista dell’incontro di domani al Mise, di assumere “una posizione autonoma, a difesa di tutti i lavoratori delle acciaierie di Terni”.
Intanto oggi, alla vigilia dell’incontro a Roma, sindacati locali e rsu si sono riuniti per fare il punto della situazione. Oltre a ribadire “l’anomalia del metodo con il quale si è sviluppato il confronto”, le organizzazioni sindacali non registrano “nessuna apertura ufficiale sul Piano industriale tale da far percepire un cambio strategico da parte della Multinazionale rispetto al futuro del sito ternano. I diversi approfondimenti fatti sulle diverse voci del Piano accompagnati da proposte delle Organizzazioni sindacali sulle politiche commerciali, volumi, assetto impiantistico e investimenti, non hanno trovato accoglienza da parte aziendale che al contrario continua a fornire dati e strategie confusionari. L’impostazione perseguita dall’Azienda di insistere nel voler discutere soltanto di riduzione costi e tagli sul lavoro – insistono Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm, Fismic e Ugl – è sbagliata e inaccettabile”.
Per i sindacati le dichiarazioni delle ultime ore del management “oltre ad essere un atto di scorrettezza, non solo rischiano di compromettere il negoziato, ma di delegittimare pure il ruolo svolto dal Ministero”.
I sindacati ribadiscono la centralità dell’incontro di domani che rappresenta “un appuntamento importante nel quale – dicono – assumeremo un atteggiamento corretto e responsabile” ma “auspichiamo che altrettanta responsabilità, ci sia anche da parte aziendale, evitando di fornire dati tramite dichiarazioni e annunci ritenuti pretestuosi falsi e scorretti. Riprenderemo il negoziato, con nostra disponibilità dichiarata e perseguita di trattare. Questa nostra volontà può produrre risultati solo se pure l’azienda entra in una logica negoziale e abbandona la tentazione di procedere da sola con i licenziamenti”.
Intanto pare che alcuni operai dell’Ast si stiano organizzando per andare sabato ad Assisi dove ci sarà il premier Renzi per partecipare alle celebrazioni di San Francesco. L’intento sarebbe quello di riportare l’attenzione del presidente del Consiglio sul sito ternano e, comunque, di avvicinarlo per scambiare qualche battuta a proposito della vertenza.