Aumentano le famiglie povere in Umbria: più italiani che stranieri
Sempre più famiglie povere in Umbria, costrette a bussare alle porte della Caritas. Numeri impressionanti che arrivano dal rapporto realizzato dalle otto Caritas diocesane dell’Umbria.
Il fenomeno interessa oltre 50 mila famiglie umbre. Nel 2018, più di 4.500 persone si sono rivolte ai centri di ascolto delle 8 Caritas.
Di questi, 2.101 erano disoccupati, 563 occupati, 270 casalinghe, 250 pensionati. Nella Diocesi di Terni-Narni-Amelia sono entrate 740 persone.
I disoccupati sono stati 341, 60 le casalinghe, 40 pensionati e 38 occupati. E le richieste maggiori arrivano dagli italiani, solo 191 provengono dall’Africa e 156 dall’Europa, 30 dal continente americano e 29 dall’Asia. A preoccupare di più sono i problemi legati proprio allo stato di povertà, poi c’è lo scoglio del lavoro ed infine l’emergenza casa. L’immigrazione si trasforma in un “bisogno” solo nel 6% dei casi, il 4,2% delle richieste è legato ad una condizione di detenzione.
Per quanto riguarda gli interventi: 448 hanno riguardato “beni materiali e servizi”, 171 “sussidi economici”, 38 “accoglienza”, 12 “sanità” e – appunto – ben 310 “ascolto”. Il problema grave, rilevato dal rapporto, è che le famiglie umbre continuano ad indebitarsi e sono cresciuti anche i mutui per l’acquisto di abitazioni.