Autostrada E45: il Cipe approva il progetto preliminare della Orte-Mestre, torna la questione del pedaggio
Il progetto per la trasformazione della E45 in autostrada fa un passo in avanti. Nella tarda serata di lunedì il Cipe, comitato interministeriale per la programmazione economica, ha dato il via libera al piano preliminare per la realizzazione della Orte-Mestre. Piano che prevede la conseguente trasformazione della E45 in autostrada. Il progetto interessa complessivamente cinque regioni: Lazio, Toscana, Umbria, Emilia Romana e Veneto. Il costo stimato è di oltre 10 miliardi di cui 9 a carico dei privati e uno delle casse pubbliche. Il tracciato è lungo complessivamente 396,25 chilometri di cui 140 chilometri di ponti e viadotti, 51,67 di gallerie naturali, 13,15 di gallerie artificiali. 120 saranno i cavalcavia, 226 i sottovia e 83 gli svincoli. Saranno realizzate anche due barriere di esazione e 15 aree di servizio. La concessione avrà una durata di 49 anni di cui 9 impiegati per la realizzazione.
Con tutta probabilità la prima arteria ad essere interessata dai lavori sarà proprio la E45 sia nel tratto umbro che in quello che arriva a Ravenna.
I lavori dovrebbero essere completati in 6 anni a cui dovranno esserne aggiunti almeno un paio per la progettazione definitiva ed esecutiva e gli espropri dei terreni, mentre si calcola che saranno necessari 7 anni per il completamento delle altre opere infrastrutturali.
Con l’ok del Cipe al progetto preliminare, si riaprono la discussione e le polemiche sul pagamento del pedaggio della E45. Questione sollevata già nei mesi scorsi e rispetto alla quale si era registrata una pressoché unanime posizione circa la necessità di prevedere esenzioni dal pagamento del pedaggio da parte degli umbri. Una questione tutta da definire ancora.
“Il via libera del Cipe alla E45 autostrada è sicuramente una pessima notizia per gli umbri – commenta il consigliere regionale dell’Idv, Oliviero Dottorini – Al devastante impatto ambientale farà riscontro un pedaggio pesante a carico di cittadini e pendolari, con altrettanto pesanti ripercussioni sul tessuto economico e imprenditoriale della regione”. Secondo Dottorini “a parte la defiscalizzazione, infatti, i 10 miliardi di euro previsti per l’autostrada saranno tutti a carico dei cittadini attraverso il pagamento del pedaggio ed i promotori del project-financing hanno previsto una tariffazione esorbitante, con sicure ripercussioni sulle economie familiari, sul traffico delle arterie secondarie e sulle piccole e medie
imprese. Se la Regione Umbria ha davvero intenzione di far sentire la propria voce e di chiedere agevolazioni sul pedaggio per i residenti umbri, è necessario e urgente che lo faccia tempestivamente perché i tempi stringono e al momento l’unica certezza è che nel Piano economico finanziario non è assolutamente prevista alcuna agevolazione sulle tariffe”.
“Secondo tale Piano – spiega il consigliere regionale – il promotore del progetto, per procedere all’attuazione del programma di investimenti, ritiene congrua l’applicazione di una tariffa pari a 0,15225 euro al chilometro per i veicoli leggeri e pari a 0,29757 per quelli pesanti. Applicando un semplice calcolo matematico si scopre che per coprire i circa 50 chilometri che separano Perugia da Città di Castello occorreranno circa 7,60 euro, mentre da Terni a Perugia saremmo attorno ai 12 euro. Ovviamente la stangata sarà quasi doppia per i mezzi pesanti, ma anche per i mezzi di trasporto dei piccoli imprenditori locali. Un autentico salasso per tutti i cittadini umbri che di fatto non hanno alternative alla E45 per spostarsi da una città all’altra all’interno della regione”.
Mi permetto di far presente che si tratta di un falso problema; visti i volumi di traffico, non vedo imprenditori disposti a rischiare una somma così ingente (a meno che lo stato, al solito, non faccia regalie!); l’unico tratto veramente appetibile sarebbe la Ravenna- Dolo, ma cmq con costi molto elevati, vista la presenza del delta padano; quindi tranquilli: l’autostrada Orte-Ravenna non si farà mai. Piuttosto, che dire della Orte Civitavecchia che la Thyssen chiede da decenni? Così com l’autonoma produzione di energia?
Mah – Tonino Montanari