Banca Etruria, il Comune di Gualdo Tadino pronto a costituirsi parte civile
GUALDO TADINO – “Qualora l’esposto di Federconsumatori andasse a buon fine, il Comune di Gualdo Tadino valuterà se ci sono gli estremi per costituirsi parte civile”. Lo dice il sindaco Massimiliano Presciutti in diretta su Rete4, in collegamento con la trasmissione di Paolo Del Debbio, “Dalla vostra parte”. La trasmissione è tornata ad occuparsi delle migliaia di risparmiatori che hanno visto azzerati i propri risparmi dopo l’approvazione del decreto salva banche, che ha azzerato il valore delle loro azioni od obbligazioni subordinate.
Nelle stesse ore a Sigillo cittadini e piccoli imprenditori partecipavano ad un’altra iniziativa molto affollata, organizzata da Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Federconsumatori, sulla questione Banca Etruria. In questa occasione si è esaminato un altro aspetto della perdita dei risparmi nel territorio. Tra i 2,5 milioni bruciati a Sigillo ci sarebbero molti fondi di piccole imprese che ora si troverebbero impossibilitate a cofinanziare il Piano di sviluppo rurale, rendendo nullo l’effetto delle risorse europee.
Una situazione dunque particolarmente critica, che i vertici di Banca d’Italia e dell’Abi (Associazione Banche italiane) dell’Umbria non hanno nascosto di fronte alla Prima e alla Seconda commissione del Consiglio regionale. Si è tenuta ieri infatti l’audizione a Palazzo Cesaroni, voluta per fotografare il settore umbro e capirne lo stato di salute. Il direttore di Banca d’Italia dell’Umbria Marco Ambrogi e il responsabile per l’Umbria dell’Abi hanno ripercorso la storia che ha portato al decreto Salvabanche, con l’Unione Europea che ha bocciato qualsiasi soluzione che potesse solo adombrare l’utilizzo degli aiuti di stato per le banche. “Per l’Umbria – hanno detto – la situazione è monitorata e abbiamo posto in essere tutte le iniziative previste dalle normative, a tutela dei cittadini”. E’ stata poi tracciata una fotografia del sistema bancario umbro, composto da sei gruppi con sede legale nella regione. Gli istituti di credito ricevono 15 miliardi di risparmi dagli umbri e ne reinvestono oltre 20, testimoniano un profondo rapporto con il territorio