Bassetti torna a Perugia dopo nomina Cei: “Umbria mia scuola”
PERUGIA – Prima uscita pubblica a Perugia per il cardinale Gualtiero Bassetti dopo la nomina alla guida della Conferenza episcopale italiana. L’arcivescovo della diocesi perugina ha scelto la preghiera interreligiosa al organizzata da allievi dei Centri di formazione professionale CNOS-FAP Don Bosco” dell’Umbria (Perugia, Foligno e Marsciano), avviati da diversi anni dai padri salesiani. Bassetti ha detto di aver avuto “una buona scuola da Perugia e dalla mia Umbria”. Rispondendo a domande dei giornalisti ha sottolineato che “essere arcivescovo di Perugia mi ha messo in una visuale della realtà molto ampia. A Perugia si parlano più di 100 lingue, c’è una Università per Stranieri. Perugia anche in tempi non sospetti è stata una città accogliente e quindi tutto questo è stato per me una buona scuola”.
Il presidente della Cei ha anche detto che “la pace è il più grande dono che Dio abbia fatto all’umanità. Noi cristiani diciamo che Cristo è la nostra pace perché ha riconciliato Dio con gli uomini. Ma la pace, che è il più grande dono di Dio, è anche un dono fragilissimo, perché è contenuto nei vasi di creta che è facile che si rompano… e i vasi di creta siamo proprio noi, sono gli uomini e le donne che abitano questa terra”.
Soffermandosi sulle preghiere per la pace recitate da circa cento ragazzi di diverse nazionalità, culture e fedi religiose, Bassetti ha detto di pensare “a tutti i morti e i feriti a causa della violenza, delle stragi, degli attentati… Non abbiamo più parole e, direi, che anche i nostri occhi si sono asciugati, perché o fisicamente o moralmente stiamo spargendo tante lacrime per tante ingiustizie. Penso all’ultima tragedia di Manchester, che non ha bisogno di commenti, ma si calcola che ogni giorno uno o due bambini profughi, muoiono in fondo al mare; e sono creature come noi, creature che vanno in cerca di pace, un po’ di benessere e tanto amore. E’ la storia tragica dell’umanità. Ma dobbiamo avere le idee molto chiare. Non sono le religioni che provocano la violenza o il terrorismo; sono schegge impazzite di religioni, che abbiamo avuto anche nel mondo cattolico. Si parla di terroristi islamici…, ma non sono islamici, anche se quando uccidono o mentre si fanno esplodere pronunciano il nome di Allah. Non sono islamici, sono delle povere creature pazze di furore, impazzite di odio”.