Camera di Commercio Terni, Flamini: “Lavoreremo per giungere alla Camera unica salvaguardando i servizi alle imprese e la specificità dei territori”
TERNI – Il Presidente dell’Ente camerale ternano, Giuseppe Flamini, fa il punto sul processo di riforma che sta interessando questa parte di Pubblica Amministrazione al servizio del tessuto produttivo locale.
“Il decreto di fine agosto segna l’inizio di un percorso: lavoreremo per giungere alla Camera di commercio unica salvaguardando i servizi alle imprese e la specificita’ dei territori”.
“Lo schema di Decreto di Riforma della Camere di Commercio approvato lo scorso 25 agosto dal Consiglio dei Ministri ha confermato l’importanza degli enti camerali per lo sviluppo e la promozione del sistema delle imprese e delle economie locali, in un quadro di razionalizzazione dei costi, di grande attenzione all’efficienza e alle esigenze e ai bisogni delle imprese”.
“Oltre a prevedere funzioni ormai consolidate, come il Registro Imprese, le attività e i progetti per la competitività delle imprese e del territorio, compresa l’internazionalizzazione, l’informazione economica e statistica, i compiti di regolazione del mercato – spiega il Presidente della Camera di Commercio di Terni – il decreto ne potenzia alcune, sulle quali il nostro Ente, peraltro, aveva già iniziato da anni a operare. Si tratta, ad esempio, dell’orientamento al lavoro e alle professioni, dell’inserimento occupazionale ma anche della promozione del turismo e del patrimonio culturale. Questo in considerazione della notevole valenza economica di questi due settori, in Italia come sul nostro territorio”.
“Le Camere di Commercio potranno inoltre svolgere, nella logica della sussidiarietà, attività di supporto e assistenza alle imprese in regime di libero mercato. Novità che le avvicina ai sistemi camerali europei più avanzati. «Questo tenendo comunque conto delle realtà associative presenti sul territorio e dei servizi dalle stesse prestati alle imprese, senza quindi sovrapporsi ad esse”.
“Ribadite inoltre le misure di forte razionalizzazione, con la riduzione delle Camere di Commercio italiane da 105 a 60, la diminuzione del 50% del diritto versato dalle imprese, l’introduzione della gratuità degli incarichi per i componenti degli organi collegiali; grande attenzione poi sugli asset immobiliari e partecipativi non strettamente necessari alle finalità istituzionali”.
“L’accorpamento sarà obbligatorio per le Camere di Commercio con meno di 75mila imprese/unità locali. Da questo punto di vista la Camera di Commercio di Perugia, con oltre 80mila unità locali di impresa, potrebbe non fondersi con altre Camere. Tuttavia la Camera di commercio di Terni, con circa 26.000 unità locali, non potrà continuare a rimanere autonoma, su quello che è il territorio provinciale così come è oggi costituito. La direzione dell’accorpamento con la circoscrizione territoriale di Perugia a formare la Camera di commercio dell’Umbria assume quindi concretezza.
Si tratta però di un processo che richiede grande attenzione a molteplici aspetti, da quello primario della garanzia dei servizi per le imprese del territorio a quello della rappresentatività, passando per il delicato nodo della riconversione delle professionalità esistenti su compiti innovativi. Quello che è iniziato il 25 agosto si può definire l’inizio di un percorso, anche dal punto di vista amministrativo: lo schema di decreto diventerà definitivo dopo i previsti pareri e quindi non prima del tardo autunno. Dopodichè per la sua attuazione saranno necessari altri passaggi formali che si concluderanno nel corso del 2017. Questo tempo sarà prezioso per la situazione umbra per lavorare con determinazione affinchè si mantenga l’identità dei territori ma anche la quantità e la qualità dei servizi erogati”.
“Certamente la forte riduzione del diritto annuale (per la Camera di Commercio di Terni pari a circa 1, 7 milioni di euro) obbliga a valutare ogni possibile forma di economia di scala nell’erogazione del servizi ma conto molto sulla capacità progettuale della struttura, nel percorso di forte collaborazione con le associazioni imprenditoriali portato avanti in questi anni. La riforma ci ricorda che occorre poi rinsaldare ancora più fortemente il dialogo ed il legame operativo con la Regione Umbria, per portare capillarmente tutte le azioni a favore delle imprese su un territorio piccolo ma fortemente eterogeneo come quello della nostra regione”.
Il Presidente Flamini evidenzia quindi la necessità di continuare sulla strada del rigore:
“Certo è che, con la riduzione del diritto annuale del 50%, dovrà proseguire quella forte attenzione ai risparmi già comunque da anni avviata, con un’attenta valutazione di quali potranno essere le priorità d’azione sul fronte promozionale”.
Un tema importante è poi quello dell’occupazione:
“Vista l’attenzione posta dal decreto sui costi di struttura, è comprensibile la forte preoccupazione di personale e sindacati rispetto al fatto che questa riforma sia concretamente realizzabile senza compromettere organici che negli ultimi anni hanno visto solo fuoriuscite di personale e nessuna nuova assunzione. Il rischio è di penalizzare quel ricambio generazionale che è necessario in tutti i momenti di sviluppo e rilancio. Noi non possiamo che guardare con grande attenzione a questo tema, così come ci chiedono anche le organizzazioni sindacali”.