Carcere di Sabbione, SAPPE: “Situazione fuori controllo”
Sale ancora la tensione nel carcere di Terni dove da giorni la Polizia Penitenziaria è costretta a fronteggiare
continue rivolte di detenuti di varie etnie, alcuni perfino a rischio radicalizzazione islamica, del reparto
Media Sicurezza. Da sabato scorso il personale è sotto pressione da parte dei detenuti che si armano di
lamette e minacciano atti di autolesionismo e di incendiare se stessi e le sezioni detentive. I motivi? I più
futili che possiamo immaginare.
La prima rivolta risale a sabato, sedata dopo ore di trattative tra i vertici della Polizia Penitenziaria e i ristretti
che rifiutavano di rientrare in cella perché convinti che il detenuto che aveva tentato il suicidio, e
prontamente soccorso, fosse morto.
Da quel momento ogni scusa è stata buona per protestare violentemente, approfittando del fatto che il
personale è disarmato, arrivando addirittura a minacciare di denunce per il “reato di tortura” i poliziotti.
Insomma, la Polizia Penitenziaria di Terni sta tra l’incudine (i detenuti) e il martello (i superiori) inerme ed
impotente nel lasciare il carcere nelle mani dei facinorosi. Ed ogni giorno subisce denunce infondate per
presunti maltrattamenti!!!
Oltretutto gli ammutinamenti sono messi in atto sempre dopo le ore 14 per approfittare della riduzione
pomeridiana di personale, che oltre che inerme diventa anche numericamente inconsistente.
Le motivazioni pretestuose e strumentali vanno dalle telefonate che vogliono fare quando decidono loro e
non quando sono previste da regolamento, al voler scegliere con chi stare in cella e fino alla pretesa di
sigarette o altri generi di sopravvitto.
Nel frattempo, il personale è allo stremo delle forze perché obbligato a permanere in servizio oltre il turno
ordinario e fino alla fine dell’emergenza, restando intere giornate in prima linea ad aspettare che ritorni la
calma.
Oggi si sono verificati gli episodi più gravi con tre sezioni in rivolta: frigoriferi sbattuti a terra, bombolette di
gas usate per minacciare di incendiare le sezioni e i più scalmanati, armati di lamette, che sanguinanti si
scagliavano contro ai colleghi. Scene da guerriglia di fronte alle quali la Pol