Cascia, il sindaco De Carolis alla discussione della tesi di un dirigente Prociv su “Sa Padura”
“Sa Paradura, è un pilastro della cultura agropastorale della Sardegna. Un gesto di solidarietà comunitaria che ricalca la tradizione della società pastorale. Un’usanza sarda antichissima che affonda le sue radici nella notte dei tempi: per dare un aiuto concreto a un allevatore colpito da una disgrazia era consuetudine offrire, da parte dei pastori del circondario, una pecora per contribuire a rimettere in piedi l’azienda del malcapitato.
In questo caso gli allevatori colpiti dalla calamità sono stati quelli di Cascia e delle sue frazioni. “Sa Paradura” è un esempio di come un esercizio di pura e semplice solidarietà possa, invece, essere interpretato come strumento per sensibilizzare una popolazione, circa la capacità di “resistere” all’impatto di un evento calamitoso e riavviare alla normalità tutte le componenti della comunità. Da tener bene in evidenza che Sa Paradura ha creato un forte e sincero rapporto di amicizia tra la comunità di Cascia e la Sardegna con in primis l’Amministrazione Comunale”.
“Concludo – spiega De Carolis – con la frase che ci ha accompagnato in tutte le fasi organizzative: “Sa Paradura, e non finisci qui…..” questo perché nel mese di giugno 2018 gli allevatori di Cascia si recheranno in Sardegna per restituire in forma simbolica uno o più agnellini nati dalle pecore sarde loro donate. Grazie Emilio Garau e ancora congratulazioni per l’ ottimo risultato ottenuto”.