Centro Remiero: “E’ il Comune che sollecita la Regione”
“L’ampliamento del Centro remiero di Piediluco è un obiettivo che il Comune di Terni persegue con la massima attenzione, seguendo tutte le fasi della procedura con scrupolo e professionalità. In questo senso quel che conta, al di là delle chiacchiere e di eventuali tentativi di strumentalizzazione, sono, come sempre, i fatti e gli atti”.
Lo dichiara l’assessore ai lavori pubblici Enrico Melasecche anche in relazione ad alcune notizie pubblicate sulla stampa locale. “Ritengo fuori luogo infatti parlare di una presunta mancanza di raccordo tra Comune e Regione. E’ infatti la Regione a non aver risposto alle nostre sollecitazioni”.
“Da parte nostra, come Comune di Terni, abbiamo scritto ufficialmente alla Regione dell’Umbria il 18 giugno scorso, sollecitando una revisione dello studio di fattibilità dell’intervento, in quanto in contrasto con le norme urbanistiche e edilizie e con quelle ambientali a tutela del Sito Natura 2000”. “Con la stessa lettera formale, abbiamo chiesto alla Regione, stazione appaltante dell’intervento, di nominare il RUP, il Responsabile Unico del Procedimento, per poi arrivare alla stipula dell’accordo di programma e alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, elementi necessari per procedere alla variante al Prg. Rispetto a questa lettera, ad oggi, non abbiamo avuto alcuna risposta da parte della Regione Umbria”.
“Siccome vogliamo in tutti i modi sbloccare questa situazione a vantaggio di Terni, Piediluco e della Federazione Canottaggio – continua Melasecche – ci facciamo carico di convocare immediatamente una riunione con tutti i soggetti interessati per il prossimo 6 settembre, con l’obiettivo di uscire quanto prima dalla fase di stallo”.
“Ricordiamo che i vincoli d’inedificabilità che richiedono una revisione dello studio di fattibilità dell’opera, non sono stabiliti dal Comune di Terni, ma derivano da normative nazionali, regionali e comunitarie”.
“Sullo sfondo di questa vicenda, che speriamo comunque di risolvere positivamente – conclude l’assessore Melasecche – dobbiamo rilevare con amarezza i dati pubblicizzati dal Presidente della Regione facente funzione, sulla divisione dei fondi dei canoni idrici, che ammontano complessivamente a oltre 7 milioni. Divisione per la quale al Comune di Terni saranno assegnati direttamente poco più di 83mila euro Iva compresa. Ritengo assurdo che la Regione possa disporre di questi fondi, che derivano dallo sfruttamento delle acque sul nostro territorio, praticamente senza coinvolgere il Comune di Terni. Le scelte per l’utilizzo dei canoni idrici e la loro gestione devono poter essere fatte a Terni e non a Perugia”.
“Da parte nostra, come Comune di Terni, abbiamo scritto ufficialmente alla Regione dell’Umbria il 18 giugno scorso, sollecitando una revisione dello studio di fattibilità dell’intervento, in quanto in contrasto con le norme urbanistiche e edilizie e con quelle ambientali a tutela del Sito Natura 2000”. “Con la stessa lettera formale, abbiamo chiesto alla Regione, stazione appaltante dell’intervento, di nominare il RUP, il Responsabile Unico del Procedimento, per poi arrivare alla stipula dell’accordo di programma e alla dichiarazione di pubblica utilità dell’opera, elementi necessari per procedere alla variante al Prg. Rispetto a questa lettera, ad oggi, non abbiamo avuto alcuna risposta da parte della Regione Umbria”.
“Siccome vogliamo in tutti i modi sbloccare questa situazione a vantaggio di Terni, Piediluco e della Federazione Canottaggio – continua Melasecche – ci facciamo carico di convocare immediatamente una riunione con tutti i soggetti interessati per il prossimo 6 settembre, con l’obiettivo di uscire quanto prima dalla fase di stallo”.
“Ricordiamo che i vincoli d’inedificabilità che richiedono una revisione dello studio di fattibilità dell’opera, non sono stabiliti dal Comune di Terni, ma derivano da normative nazionali, regionali e comunitarie”.
“Sullo sfondo di questa vicenda, che speriamo comunque di risolvere positivamente – conclude l’assessore Melasecche – dobbiamo rilevare con amarezza i dati pubblicizzati dal Presidente della Regione facente funzione, sulla divisione dei fondi dei canoni idrici, che ammontano complessivamente a oltre 7 milioni. Divisione per la quale al Comune di Terni saranno assegnati direttamente poco più di 83mila euro Iva compresa. Ritengo assurdo che la Regione possa disporre di questi fondi, che derivano dallo sfruttamento delle acque sul nostro territorio, praticamente senza coinvolgere il Comune di Terni. Le scelte per l’utilizzo dei canoni idrici e la loro gestione devono poter essere fatte a Terni e non a Perugia”.