Città di Castello, aumentano i turisti nonostante gli effetti del sisma
CITTA’ DI CASTELLO – “Nel triennio 2013-2016 gli arrivi a Città di Castello sono aumentati da 44 mila 516 a 45mila 290, con un incremento di 774 unità, mentre le presenze, che rappresentano il vero valore aggiunto in termini economici per le strutture, sono cresciute da 132 mila 833 a 141 mila 66, con un progresso di 8 mila 233 unità, nonostante nell’ultima parte del secondo semestre del 2016 gli effetti del sisma abbiano generato molte disdette di prenotazioni nelle strutture”.
Sono i dati che l’assessore al Turismo Riccardo Carletti ha illustrato nell’ultima seduta della commissione “Programmazione Economica”, convocata dal presidente Massimo Minciotti su istanza del capogruppo di Tiferno Insieme Nicola Morini, che aveva chiesto di conoscere i flussi di visitatori registrati negli ultimi tre anni con un documento presentato in consiglio comunale. “Posso quindi affermare che le presenze turistiche di questo comune non sono al palo come affermato dai consiglieri Morini e Flamini”, ha puntualizzato Carletti, che ha giudicato discutibile la scelta degli esponenti della minoranza di prendere a riferimento il 2016 nel quale gli effetti del sisma sono stati più evidenti, ma ha comunque affrontato con i componenti dell’organismo consiliare un’analisi dei fattori penalizzanti che ostacolano lo sviluppo del turismo: la ridotta capienza alberghiera, che si aggira sui 2 mila 300 posti letto ed è insufficiente in diversi periodi dell’anno e in coincidenza con alcune manifestazioni; la situazione delle case e degli appartamenti locati ad uso turistico (i cosiddetti CALUT), che dopo il testo unico regionale in materia del 2013 sono stati esentati dal comunicare le presenze degli ospiti all’ufficio turistico (fino all’entrata in vigore della normativa a Città di Castello erano 20 strutture che nei primi sette mesi del 2013 avevano fatto registrare 286 arrivi e 2 mila 335 presenze); gli alloggi AIRBNB, che a Città di Castello sarebbero 18, di cui solo 5 autorizzati e presenti nell’albo delle strutture ricettive.
“Insieme alle associazioni di categoria abbiamo sollecitato la Regione a fare in modo che tutti gli operatori seguano le regole per garantire un mercato turistico equilibrato, capace di dare uguali opportunità a tutte le tipologie di accoglienza, e per combattere il sommerso che genera l’abusivismo”, ha puntualizzato Carletti. L’assessore ha evidenziato, comunque, come la nuova legislazione regionale in materia (L.R. 8 luglio 2017), pur in attesa degli atti applicativi, disciplini gli “alloggi locati per finalità turistiche”, prevedendo che i proprietari comunichino al Comune le presenze turistiche, “andando in questo modo a sanare il periodo di vacatio legis nel quale molti flussi sono scomparsi dalla nostra possibilità di ricognizione”. In questo contesto Carletti ha indicato la necessità di andare a una regolamentazione per monitorare e conteggiare le presenze dei camperisti, “che – ha detto – grazie alla riqualificazione dell’area di piazzale Ferri sono in notevole aumento e non figurano nelle nostre statistiche”. “Sarà fondamentale porre attenzione e orientare i finanziamenti europei sulla formazione e sulla riqualificazione dell’offerta turistica riferita al settore extralberghiero, che dovrebbe sviluppare di più le potenzialità enogastronomiche e ambientali di questo territorio”, ha detto Carletti, sottolineando la volontà di portare avanti in commissione “un percorso di confronto che in ulteriori sedute permetta di analizzare le dinamiche turistiche, coinvolgendo le associazioni di categoria e gli operatori in un’azione comune per dare impulso a un settore strategico per la nostra economia, al quale darà grande beneficio la riapertura delle Terme di Fontecchio, che significa 20 mila presenze in più all’anno, e del campeggio”.
Dibattito. Il consigliere Nicola Morini (Tiferno Insieme) ha preso atto dei dati illustrati dall’assessore, sottolineando “di aver voluto portare l’attenzione sull’appetibilità della città, che attiene agli arrivi e non alle presenze, e di aver sottolineato, sulla base del calo ravvisato tra 2015 e 2016, che il turismo è sostanzialmente fermo e non in progresso come potrebbe essere”. “E’ innegabile che l’Alta Valle del Tevere, rispetto agli altri territori umbri, sia fanalino di coda nella regione e che a Città di Castello il turismo non stia sfruttando tutte le potenzialità disponibili, in particolare riguardo alle manifestazioni più importanti – ha osservato Morini – che nel periodo dell’anno nel quale si concentrano non trainano flussi significativi e richiedono un ragionamento da parte dell’amministrazione comunale sugli eventi che meritano investimenti, anche rispetto alle reali vocazioni locali, nell’ottica di una programmazione limitata a quelli che hanno maggiori ricadute”. “Il problema principale del turismo non è nella capienza delle strutture, ma nella stagionalità dei flussi, che dovrebbero essere governati da una buona politica turistica”, ha detto Morini. D’accordo sulla necessità di affrontare in maniera strategica la promozione, ma anche la collocazione stagionale delle manifestazioni principali, è stato Andrea Lignani Marchesani (Fratelli d’Italia), che ha suggerito “un’analisi della programmazione degli eventi, che devono esercitare una reale attrattiva all’esterno e non soddisfare solo esigenze locali”. “Proviamo a vedere se con un Natale e un Capodanno ben impostati, in collaborazione con le associazioni di categoria e gli operatori commerciali, si possano generare altri flussi, spostando più avanti, magari, alcune manifestazioni autunnali”, ha proposto Lignani, nel sollecitare un tavolo di concertazione che ripensi le scelte strategiche. A sostenere l’esigenza di “incentivare gli addetti al settore ricettivo a promuovere i prodotti del territorio come elemento di richiamo turistico” è stata Benedetta Calagreti (Psi), la quale ha condiviso l’aspettativa che attraverso la riapertura della terme di Fontecchio e del campeggio possano cambiare le dinamiche dei flussi di visitatori e aumentare le presenze. Nel dirsi fiducioso sull’apporto turistico della riapertura di queste due strutture, Massimo Minciotti (Pd) ha condiviso l’opportunità di valutare lo spostamento di alcune manifestazioni invernali, invitando però anche a dare maggiore impulso a “Estate in città”. “Faccio un plauso al protagonismo del consorzio Pro Centro, che ha dato un importante contributo alla promozione turistica con le nuove luminarie e le iniziative tese a incentivare la presenza di persone nel cuore della città”, ha sottolineato Minciotti, che ha però posto la questione della “garanzia dei servizi minimi ai turisti, come l’apertura di ristoranti e bar il primo giorno dell’anno”. “E’ inutile che i musei Burri siano aperti il primo gennaio se poi i turisti non hanno la possibilità di fermarsi in città a causa della chiusura degli esercizi pubblici”, ha evidenziato il consigliere. “Il nostro territorio è diverso nel contesto dell’Umbria, è rinascimentale e non medievale e questo fatto si sposa male con la promozione regionale”, ha osservato Vincenzo Bucci (Castello Cambia), che ha ravvisato come molte manifestazioni storiche del territorio “non abbiano più la capacità propositiva o di attrazione che avevano in passato, non disponendo di tipicità che le caratterizzino”. “Noi non abbiamo tipicità come vino e olio, ad esempio, è questa la problematica principale di rendere attrattive le nostre iniziative”, ha detto Bucci, guardando anche alla riapertura di Fontecchio e del campeggio, che non potranno avere ricadute particolari senza una progettualità che dia loro connotazione specifica”. “E’ fondamentale aprire un confronto con tutti gli operatori per sviluppare iniziative che abbiano la caratteristica di valorizzare le nostre risorse”, ha concluso l’esponente della minoranza. “Paghiamo il nostro isolamento infrastrutturale”, ha rilevato Giovanni Procelli (La Sinistra), che ha fatto riferimento alla situazione della Due Mari e della ferrovia. “L’Alta Valle del Tevere è il figlio povero della Regione Umbria”, ha osservato il consigliere di maggioranza, che ha evidenziato anche le problematiche dovute alle disponibilità economiche per le principali manifestazioni e al degrado del decoro del centro storico dovuto ai mancati investimenti da parte di diverse attività. “Bisogna aprirsi verso altre realtà territoriali – ha proposto Procelli – assecondare una storia che ci dovrebbe portare verso la Toscana, verso Sansepolcro e Arezzo, progettando pacchetti turistici che possano mettere in rete le risorse culturali e artistiche per attrarre turisti”. “Il turismo può essere uno dei pilastri su cui indirizzare lo sviluppo economico del territorio e bisogna partire da una fotografia dell’esistente per capire dove concentrare iniziative e investimenti”, ha sostenuto Mirko Pescari (Pd). “E’ innegabile che 2.300 posti letto testimonino che l’imprenditoria storicamente si è orientata su altri settori rispetto al turismo”, ha rilevato l’esponente della maggioranza, che ha posto la necessità di lavorare sulla dimensione possibile del turismo locale, in particolare con l’investimento nella promozione dell’immagine del territorio. “Bisogna acquisire una identità comunicativa, trovando veste grafica ed elementi comuni, che permettano di rendere univoco e riconoscibile il messaggio promozionale del territorio, anziché slegato”, ha chiarito Pescari, che ha sollecitato il coinvolgimento in questo sforzo delle strutture ricettive e delle risorse imprenditoriali come il consorzio Pro Centro. In sede di replica l’assessore Carletti ha sottolineato la necessità di “valutare l’investimento nelle manifestazioni non solo sulla base del parametro turistico, ma anche sul loro rilievo culturale ed economico”, indicando l’obiettivo di “allineare su uno stesso asse promozionale le risorse che abbiamo”. “A Città di Castello il problema del turismo è culturale, serve una rivoluzione da questo punto di vista e il riallineamento delle nostre possibilità su un unico asse, con la riapertura di importanti strutture ricettive in concomitanza con l’acquisizione di rilievo di patrimoni come qquello legato all’arte di Burri, lo sviluppo di iniziative promozionali e il rilancio di alcune manifestazioni, porterà frutti”, ha sottolineato Carletti.