Città di Castello, Bocci sulla legalità: “Serve adeguato rapporto tra prevenzione e repressione”
CITTA’ DI CASTELLO – Un adeguato rapporto tra prevenzione e repressione, un spiccato ruolo degli enti locali e attenzione all’insicurezza percepita, dovuta spesso alle criticità di nuovi settori, come quello dei rifiuti, che spesso rappresentano una vera e propria emergenza della legalità. Sono questi i messaggi che ha lanciato il sottosegretario al ministero degli Interni Gianpiero Bocci durante il convegno dal titolo “Droghe, legalità e sicurezza” organizzato dal Pd tifernate e tenutosi nella sala consiliare del Comune di Città di Castello. Intervenuti anche il presidente della Prima commissione dell’Assemblea legislativa Andrea Smacchi, Franco Ciliberti della direzione regionale del Pd ed esperti dei settori trattati, dall’avvocato Anna Maria Pacciarini al responsabile del Sert di Città di Castello Carlo Minestrini. In sala anche i vicepresidenti dell’Assemblea legislativa Marco Vinicio Guasticchi e Valerio Mancini.
“Repressione e prevenzione sono due parole che devono andare rigorosamente insieme – ha detto il sottosegretario Bocci – perché un sistema che assicura alla giustizia i colpevoli può anche investire sulla prevenzione”. E legato alla droga e allo spaccio si inserisce anche la programmazione urbanistica dello sviluppo territoriale. “L’insicurezza percepita è un altro capitolo da non sottovalutare – ha spiegato Bocci – i reati diminuiscono ma esistono settori che sono delle emergenze di legalità come il settore dei rifiuti. Le mafie oggi aggrediscono l’ambiente”. Sulle dipendenze l’esponente dell’esecutivo si è soffermato sulla caratteristiche del fenomeno, “più complesso rispetto al passato. Le droghe adesso si acquistano in rete e spesso sono i ragazzi, vittime della società del relativismo, a farne le spese”. In questo va il ruolo dell’educatore, “scuola famiglia e parrocchia”. Ma Bocci si è soffermato anche sul problema normativo che spesso è un ostacolo per una maggiore legalità: “Sono per un sistema che tenga insieme depenalizzazione, misure alternative al carcere e certezza della pena”. “La nostra più grande sfida – ha concluso il sottosegretario – è quella di dimostrare che la strada della legalità è quella giusta. Troppo spesso si segue l’illegalità perché viene vista come più semplice”.
A coordinare i lavori il consigliere comunale Luciano Tavernelli, che ha introdotto l’intervento di Ciliberti, il quale ha stimolato tutti ad un approccio realista sulla vicenda sicurezza. Minestrini ha fornito dati relativi al Sert tifernate. 318 attualmente sono gli assistiti per le dipendenze, 83 in trattamento tematico. Tutti in una fascia d’età che va dai 20 ai 29 anni. Gli extracomunitari sono circa il 7 per cento. Il dato allarmante è invece che arrivano al Sert dopo una media di cinque anni. L’avvocato Pacciarini ha specificato quanto sia importante la semplificazione nel sistema normativo, perché “il motivo per il quale le norme non vengono rispettate è l’eccessiva proliferazione di queste”.
Il consigliere regionale Andrea Smacchi ha sottolineato quanto fatto negli ultimi anni, con una diminuzione dei reati del 12 per cento e in discesa in maniera ancora più evidente anche per lo spaccio, i furti e le rapine. “Molto è stato fatto quindi, ma – ha detto Smacchi – resta una percezione di insicurezza dovuta anche al fatto che l’Umbria negli ultimi anni sia stata il luogo in cui attività illecite hanno reinvestito i loro proventi del crimine. Dati che fanno sì che l’attenzione è e resterà massima. E’ poi da momenti come questo convegno che si costruisce la cultura della legalità e della sicurezza”. Smacchi ha poi lanciato l’idea di una possibile e graduale riconversione del settore tabacco attraverso l’utilizzo delle risorse della programmazione europea al fine di coniugare impresa e salute pubblica.