Città di Castello, il museo delle “conchiglie” da guinness dei primati. Oltre 600mila esemplari catalogati
CITTÀ DI CASTELLO – Il giro del mondo attraverso le “conchiglie”: dal Polo Nord al Polo Sud dall’oceano Atlantico all’oceano Pacifico fino ai mari di casa nostra, Tirreno, Adriatico e Mediterraneo. Il museo “malacologico” di prossima inaugurazione a Città di Castello, a piano terra di Villa Cappelletti (a fianco del Centro delle Tradizioni Popolari, “Livio Dalla Ragione” di Garavelle), sarà senza dubbio un punto di riferimento scientifico a livello nazionale ed internazionale (lo è già per il Cnr) e per i tanti appassionati alla ricerca di “pezzi” unici e introvabili. In attesa del taglio del nastro, domenica scorsa il museo è stato oggetto di una visita fuori programma, quella delle Loro Altezze del Giappone, il Principe e la Pricipessa Akishino, nell’ambito del 150° Anniversario delle relazioni tra l’Italia e il paese del “Sol Levante” (“trattato di amicizia e commercio”), grandi estimatori di queste bellezze della natura. Tutto ciò è stato possibile grazie alla passione, competenza e caparbietà di Gianluigi Bini, fiorentino di nascita ma tifernate d’adozione, da oltre dieci impegnato nella catalogazione e definitiva dimora in una sede adeguata, di un’infinità di conchiglie. Bini ha studiato Scienze Naturali e Paleoantropologia in Italia , mentre Biologia Marina in Australia, dove ha lavorato a lungo rimanendo in mare con le navi oceanografiche anche per mesi, dragando ed esplorando i fondali di isole meravigliose, Fiji, Nuova Caledonia, Isole della Sonda, Filippine e tante altre. Una volta tornato in Italia ha iniziato a censire tutte le conchiglie recuperate nel tour mondiale ed è giunto quasi per caso a Città di Castello, nel 2005, dove ha messo in piedi, con tanta caparbietà, la prima esperienza museale nei locali a piano terra della Pinacoteca Comunale, che si sono rivelati però con il trascorrere del tempo insufficienti per un progetto significativo. Il comune gli ha dunque affidato parte della Villa Cappelletti, una sistemazione che gli permetterà di sviluppare un vero centro di Educazione Ambientale aperto a tutti, dove sarà possibile ospitare anche mostre temporanee di ogni disciplina naturalistica e dove gli studenti potranno avere a disposizione microscopi ed altre attrezzature per fare esperienza. Una struttura unica nel suo genere, che, già nelle proporzioni numeriche delle conchiglie è destinata a recitare un ruolo di primo piano nel panorama nazionale e non solo. “Di preciso non so quante ne ho – precisa Bini – posso dire che nella mia banca-dati ne ho catalogate circa 600mila ed ho oltre 15mila specie diverse un po’ da tutto il mondo: dal Polo Nord all’Antartide, ma ho ancora molto materiale da studiare. Molti campioni mi arrivano per studio dal CNR di Bologna e provengono dai dragaggi abissali che effettua durante crociere oceanografiche in tutto il mondo ed un po’ li deposita nelle mie collezioni che sono un riferimento fisso per gli studi di tanti ricercatori. Mi sembrava egoistico tenerle per me e condividere il lavoro di una bella fetta della mia vita solo con chi, come me, studia questi animali. Ho pensato – prosegue il naturalista – che sarebbe stato più utile metterle a disposizione di tutti, specialmente degli studenti”. “Mi hanno dedicato una nuova specie: una conchiglia che vive a circa 500 metri di profondità sui fondali delle Filippine meridionali; me la hanno intitolata nel 2014 e si chiama Cinguloterebra binii: non me lo sarei mai aspettato, anche perché non sono certo lo studioso più famoso … anzi e non è per falsa modestia, ma sono solo uno dei tanti.” Ultima in ordine di tempo la visita “reale” del Principe e della Principessa del Giappone, che, domenica scorsa sono rimasti ammirati dalla straordinaria bellezza delle conchiglie, oltre duemila racchiuse in quaranta teche. Ovviamente la sezione dedicata al Giappone ha colpito nel segno. “L’onore di aver ospitato nel mio nascente museo sua Altezza Imperiale e la Principessa – conlude Bini – mi ripaga di tanti sacrifici e di tanto lavoro. Due persone squisite, ricche di una regale semplicità, con le quali ci si sente a proprio agio, un bel frutto della millenaria cultura nipponica, nota per la sua austerità e per i rigidi protocolli, ai quali, però, i principi amano derogare ed infatti nel salutare mi hanno porto amabilmente la mano, accompagnata da parole sincere.” “La Famiglia Imperiale del Giappone da generazioni collaziona conchiglie e che fanno parte del Tesoro Imperiale. Suo nonno, l’Imperatore Hirohito, era un Biologo marino ed ha descritto molte specie nuove, e poi anche il Principe Akishino è un biologo: di cos’altro potevamo parlare! Ma di conchiglie ovviamente.”