Città di Castello, il tribunale su Bigotti: “Può uccidere ancora”

PERUGIA – Sono frasi agghiaccianti quelle pronunciate da Federico Bigotti, in carcere con l’accusa di aver ucciso la madre, e riportate nel provvedimento con cui i giudici del Riesame hanno confermato la misura di custodia cautelare per il giovane, escludendo però i maltrattamenti in famiglia e la crudeltà. “Una è morta e sono contento, si vede che aveva la coscienza sporca”. Questo diceva Federico Bigotti in casa, qualche giorno dopo la morte della madre, tornando a casa dopo aver parlato con i propri avvocati.

Frasi come queste proverebbero, come scrivono i giudici, che “nei giorni successivi al delitto Bigotti si è comportato come se nulla fosse, pensando solo a mangiare a fumare”. Si ricorda infatti che la notte di capodanno si è messo a vedere i fuochi d’artificio mentre il fratello e il padre piangevano dal dolore. In questo quadro dunque i giudici dicono che “Bigotti è in grado di assorbire il peso delle sue azioni o di non sentire alcun senso di colpa: ciò gli può concretamente consentire di tornare a uccidere”.

Gli inquirenti hanno valutato anche la paura della cognata, Jessica, che dice di non aver mai creduto alla versione del suicidio. Secondo i giudici dunque “Bigotti ha eliminato la madre che riteneva la causa della sua oppressione, solo perché gli diceva cosa fare mentre lui preferiva non fare nulla”.  Per le circostanze poi è chiaro che si sia trattato di un delitto che poteva essere commesso solo da chi era all’interno dell’abitazione. La porta della cucina, utilizzata come ingresso, è infatti stata trovata chiusa.

 

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