Città di Castello, manca il numero legale e la seduta del consiglio inizia con ritardo
CITTA’ DI CASTELLO – La seduta del consiglio comunale è iniziata dopo il secondo appello, effettuato a termini di regolamento mezz’ora dopo il primo conteggio dei presenti, dal quale era emersa la mancanza del numero legale. Al primo appello effettuato dal segretario Bruno Decenti avevano risposto 9 consiglieri, anche per la concomitante uscita dall’emiciclo degli 8 rappresentanti della minoranza (Tiferno Insieme, Castello Cambia, Lega Nord, Movimento 5 Stelle, Forza Italia e Fratelli d’Italia) in quel momento in aula. Al secondo appello hanno, invece, risposto 21 consiglieri e il segretario ha quindi dichiarato la valida costituzione della seduta.
A stigmatizzare l’accaduto sono stati il capogruppo del M5S Marco Gasperi, che ha richiamato i componenti della maggioranza al dovere di presentarsi puntuali alla convocazione delle sedute “per esercitare la responsabilità di amministrare di chi ha vinto elezioni”, e il capogruppo di Tiferno Insieme Nicola Morini, che ha invocato “il rispetto del regolamento”, evidenziando come “se il primo appello fosse stato fatto correttamente all’orario di convocazione della seduta, anziché mezz’ora dopo, al secondo appello la riunione sarebbe stata dichiarata deserta”. Al capogruppo de La Sinistra Giovanni Procelli, che ha giudicato una mancanza di cortesia istituzionale l’uscita dei consiglieri di minoranza al primo appello, pur riconoscendo che “il ritardo all’appello dei consiglieri di maggioranza, anche se dettato da cause di forza maggiore, non avrebbe dovuto verificarsi”, ha fatto eco il capogruppo del Psi Vittorio Morani, che si è detto “dispiaciuto per i ritardi dei consiglieri di maggioranza, pur preannunciati e giustificati, che hanno determinato la mancanza del numero legale”, rilevando comunque “un ostruzionismo della minoranza di cui prendiamo atto”. Nel dirsi “amareggiato” per l’accaduto, il sindaco Luciano Bacchetta è intervenuto per richiamare la maggioranza al “rispetto dell’onere di governare e quindi di garantire il numero legale sempre”. “Come maggioranza abbiamo dei doveri verso la città”, ha puntualizzato il sindaco nel sottolineare, comunque, che “non vi sono oggi le condizioni per un corretto rapporto dialettico con una minoranza totalmente rissosa, che tenta di individuare disperatamente scandali dove non ci sono”.