Comparto agroalimentare, fiato sospeso in Umbria per Nestlè, Colussi e Grifo Latte
PERUGIA – A meno di 150 giorni dall’apertura dell’Expo 2015, il segretario territoriale di Perugia di Uila-Uil (comparto agroalimentare) lancia il suo allarme per la ripresa del settore. Tre, in particolare, le questioni da osservare e al momento aperte per i lavoratori del comparto nel capoluogo del cuore verde dell’Italia: Nestlè Perugina, Colussi e Gruppo Grifo Agroalimentare. In attesa del risultato del confronto con le istituzioni in merito alla cooperativa al cui interno Grifo Latte, Marcaccioli ha parlato delle altre due realtà produttive.
Per Nestlè Perugina i tre sindacati (Uila-Uil, Flai-Cgil, Fai-Cisl), dopo il coordinamento di Milano della scorsa settimana, hanno messo in agenda un percorso di confronto con i lavoratori e cittadinanza, coinvolgendo segreterie nazionali e istituzioni. Si sta inoltre già programmando un iniziativa nazionale che, per l’inizio del 2015, potrebbe portare anche una delegazione di lavoratori, direttamente a Vevey, in Svizzera.
“Intanto – ha detto Marcaccioli Daniele – lo stabilimento di San Sisto, a Perugia, vive una situazione mai vista prima. Il messaggio che vogliamo lanciare all’azienda è di individuare il più possibile prodotti, anche contro stagionali, come proposto precedentemente con il caffè, e riportare dentro la fabbrica nel capoluogo umbro tutta la produzione a marchio Perugina, dai cioccolatini, alle tavolette fino alle confezioni, oggi, invece, prodotte in giro per l’Italia. Un impegno, questo, che Nestlè aveva già assunto al momento della firma del contratto di solidarietà dei suoi lavoratori. La reinternalizzazione non solo non è stata fatta, ma addirittura, oggi, l’azienda depenna commesse ritenendole di poco valore aggiunto o non convenienti per quantitativo minimo”. Con la richiesta del rispetto di questi impegni, i delegati italiani dei lavoratori, la prossima settimana, saranno al coordinamento europeo a Ginevra.
In seconda battuta, ma non meno importante, la questione di Colussi, i cui lavoratori, poche settimane fa, hanno firmato l’attuazione della Cassa integrazione. “Anche in questo caso – ha detto il segretario di Uila Umbria – avremo un confronto con i sindacati nazionali, il 14 novembre, a Roma, un coordinamento sindacale nazionale per stabilire come procedere. Non è ipotesi remota, se i confronti regionali o nazionali non fossero abbastanza incisivi, inoltre, di spostare l’attenzione al Ministero che già conosce la situazione del gruppo, oggi minorato dello stabilimento di Imperia, produttore, fra l’altro, della pasta Agnesi. Se la situazione, poi, peggiorasse ancor più, anche nello stabilimento di Petrignano di Assisi saremo costretti ad alzare il tiro”.
Con i dati e le situazioni limitate alle tre realtà produttive del territorio, poi, anche il più grande discorso relativo all’attuale situazione del settore.
“Il food e l’alimentare, italiano e umbro, avranno una grande chance con l’expo di Milano – ha concluso Marcaccioli –, ma il ‘made in Italy’ dovrà tornare a farla da padrone. In questo momento di deflazione, dove la concorrenza è soprattutto legata al prezzo, a discapito della qualità, per riemergere serve una nuova certificazione del ‘fatto in Italia’. Non basta più l’etichetta, occorre un marchio che assicuri contemporaneamente qualità del prodotto e della produzione, con il rispetto dei diritti dei lavoratori e delle norme di sicurezza. Questa è la nuova sfida che il settore deve lanciare a imprese e mondo dell’alimentazione industriale ed agricola, a livello regionale, nazionale e internazionale. Nestlè, Colussi e Gruppo Grifo Agroalimentare potrebbero fare da capofila in questo importante cambio di rotta e nuova sfida, che deve essere intrapreso prima possibile così da tornare a crescere, produrre e lavorare”.