Confindustria: “Confermati i segnali di ripresa nel terzo trimestre 2015”. Bene il settore meccanico e l’alimentare

“Il terzo trimestre del 2015 conferma gli incoraggianti fermenti di crescita che in Umbria, così come in Italia, stanno pian piano diffondendosi per settori e per territori”: è quanto emerge dall’Indagine congiunturale di Confindustria, secondo la quale, “lo scenario è più roseo ma non ancora ben saldo”.

“Dopo quello che appare come il ‘grande balzo’ del secondo trimestre 2015, il profilo della congiuntura appare, nel terzo trimestre – secondo quanto emerge dal Report – stabilizzato. Le imprese mantengono per lo più i livelli raggiunti, beneficiano del recupero e procedono nel loro lavoro sperando che il contesto esterno non peggiori e, se possibile, progredisca senza che intervengano imprevisti colpi di scena a compromettere i risultati faticosamente raggiunti”.

Tra tutte le imprese intervistate si contano sulla punta delle dita di una sola mano quelle che dichiarano flessioni produttive nel terzo trimestre dopo aver registrato una qualche espansione nel precedente secondo trimestre; e non sono molte quelle che confermano di continuare a diminuire i livelli di produzione. E’ invece un po’ più consistente il numero di imprese in difficoltà e che ancora non riesce a inserirsi nel gruppo di quelle avviate sulla strada della ripresa. In effetti, l’oltre 20 per cento di imprese (23,8%) che ammette l’erosione dei propri livelli di produzione è composto da quante, in gran parte, avevano già in precedenza ammesso di trovarsi in difficoltà.

Il profilo distributivo delle imprese indagate può suddividersi in tre gruppi: intanto l’insieme delle imprese che, in numero maggiore rispetto al secondo trimestre, dichiarano di aver aumentato i livelli produttivi su base sia congiunturale (25,5%) sia tendenziale (40,7%). Vi è poi il gruppo centrale delle imprese stabili. Queste sono la metà del totale e tra queste, come detto, vi sono molte di quelle che nella precedente indagine avevano dichiarato risultati positivi; il terzo gruppo è quello delle imprese in ritardo nell’agganciarsi alla ripresa.

Esse sono il 23,8%, un po’ più che nel precedente trimestre, che tuttavia era stato particolarmente brillante.

Nel quadro generale sostanzialmente positivo, il comparto meccanico mostra i risultati nel complesso migliori: a parte la cospicua quota di imprese stabili (65,0%), il che è  comunque confortante, del restante 35% solo una piccola parte, meno di un terzo (il 10%) dichiara di avere subito riduzioni, per quanto modeste, di attivita’ produttiva.

Un po’ più contrastato è il profilo del comparto alimentare in seno al quale è più contenuto il numero delle imprese stabili (40%). Delle altre, ben due terzi segnalano incrementi produttivi di buona consistenza e il resto terzo lamenta flessioni non proprio irrilevanti.

Il comparto della carta e cartotecnica, infine, registra la quota più bassa (28,6%) di imprese stabili. Tuttavia, mentre il 14,3% del totale lamenta riduzioni di attività produttiva le imprese restanti (57,1%) segnalano, in varia misura, aumenti di produzione.

Per quanto riguarda la distribuzione territoriale dei risultati ottenuti la situazione appare, questa volta, piuttosto differente dal solito. Infatti, per la provincia di Perugia, si profila una dispersione delle imprese tra le diverse classi di risultato, da un estremo all’altro dei valori di riferimento.  La metà esatte sono le imprese stabili. Per la provincia di Terni, invece, la quota delle imprese stabili  arriva al 66,7%.

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