Crescono i fallimenti in Italia, l’Umbria maglia nera
La lunga crisi continua a far crescere il numero dei fallimenti in Italia, Nel secondo trimestre 2014 nel nostro Paese oltre 4.000 imprese, pari al 14,3 punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2013 hanno aperto una procedura. Lo rivela uno studio del Cerved, società quotata specializzata nell’analisi del rischio di credito, secondo cui l’analisi estesa all’intero semestre non è destinata a migliorare. Le proiezioni infatti parlano di un + 10,5 per cento rispetto all’anno scorso. Un recond assoluto dall’inizio della crisi
I fallimenti riguardano indistintamente tutta la penisola: i tassi di crescita sono ovunque a doppia cifra ad eccezione del Nord Est, in cui si registra un incremento del 5,5%, il livello piu’ basso di tutto il territorio. In crescita del 14% rispetto al primo semestre 2013 sono invece i fallimenti nel Mezzogiorno e nelle Isole, del 10,7% nel Nord Ovest e del 10,4% nel Centro.
I recenti correttivi legislativi hanno fatto crollare le domande di concordato in bianco (-52%) e diminuire i concordati comprensivi di piano (-12,3%). In riduzione anche le liquidazioni che, con un calo del 10,3% tra gennaio e giugno, segnano un’inversione di tendenza a livello semestrale dopo un lungo periodo di incremento.
In questo contesto, l’Umbria è di nuovo “maglia nera”. Secondo in dati forniti dall’Osservatorio economico dell’Umbria di Unioncamere relativo al secondo trimestre 2014, anche nella nostra regione si registra un aumento consistente sia dei fallimenti (+54% circa) che dei concordati e altre procedure (+43%). L’aumento dei fallimenti è nettamente al di sopra del risultato nazionale (15,5% nello stesso trimestre). Su base semestrale, invece, l’incremento dei fallimenti in Umbria è stato addirittura del 50%, mentre in Italia si è fermato al di sotto del 19%.
Nel Commercio, Costruzioni e Manifatturiero si osservano complessivamente il 76% dei fallimenti, abbastanza equi‐distribuiti nei tre comparti. Rispetto allo stesso trimestre 2013, i fallimenti crescono considerevolmente in Servizi alle imprese e Costruzioni, mentre diminuiscono nel turismo.
“Stiamo vivendo – commenta Gianandrea De Bernardis, amministratore delegato di Cerved – una fase molto delicata per il sistema delle Pmi italiane: la nuova recessione sta spingendo fuori dal mercato anche imprese che avevano superato con successo la prima fase della crisi e che stanno pagando il conto sia al credit crunch sia a una domanda da troppo tempo secondo cui il trend dovrebbe rimanere invariato considerando l’intero semestre”.