Criminalità organizzata, l’Umbria, la relazione della Commissione: “Cambiamo le norme”
PERUGIA – Il presidente Giacomo Leonelli (Pd) ha illustrato questa mattina all’Aula di Palazzo Cesaroni la relazione sull’attività svolta dalla Commissione di inchiesta “Analisi e studi su criminalità organizzata, infiltrazioni mafiose, tossicodipendenza, sicurezza e qualità della vita”. Leonelli ha evidenziato che “le competenze della Regioni su queste materie sono limitate e vanno rispettate per non invadere il campo statale per evitare impugnazioni. Bisogna fare molta attenzione alle operazioni di riciclaggio del denaro e l’innesto di capitali sporchi che sono la criticità più sensibile del nostro territorio e potrebbero inquinare la nostra realtà. Va tenuta alta la guardia e mantenere un contatto continuo con le forze dell’ordine”.
I lavori della Commissione hanno portato all’istituzione dell’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata e l’illegalità, hanno previsto numero audizione con le categorie, i soggetti interessati e le Prefetture ed hanno portato alla stesura di una proposta di legge che riguarda: gli accordi tra Regione ed enti pubblici in materia di giustizia e di contrasto alta criminalità; la diffusione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile nel mondo economico; la promozione della responsabilità sociale delle imprese, la certificazione e il rating di legalità ai fini della concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e di accesso al credito bancario; previste azioni mirate al recupero e l’utilizzo dei beni immobili confiscati o sequestrati alle Mafie.
La Commissione si occupa dei temi quali la criminalità organizzata, le infiltrazioni mafiose e le tossicodipendenze, ma anche delle problematiche connesse a sicurezza, generale e urbana, nonché qualità della vita. Il 4 luglio 2016 la Commissione ha approvato la risoluzione concernente ‘Richiesta di costituzione di parte civile nel processo sull’inchiesta denominata “Quarto passo’. Con legge regionale ‘15/2016, su iniziativa legislativa dei componenti della Commissione, si è provveduto ad introdurre nella legge regionale ‘16/2012’ (Misure per l’attuazione coordinata delle politiche regionali a favore del contrasto e prevenzione del crimine organizzato e mafioso, nonché per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile), l’OSSERVATORIO REGIONALE SULLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E L’ILLEGALITÀ. Un organo di supporto informativo all’attività della Commissione di inchiesta, che raccoglie tutte le informazioni e svolge attività di studio, ricerca ed indagine relativamente agli ambiti di competenza della legge anche promuovendo l’implementazione di un portale telematico dedicato (ancora in fase di costruzione). L’Osservatorio (istituito nel gennaio 2017) è composto dal presidente e vicepresidente della Commissione e da associazioni antimafia operanti in Umbria, da associazioni di categoria (imprese e cooperative), sindacali, di Abi e Anci. Presidente è Walter Cardinali dell’Associazione ‘Libera Umbria – Associazioni nomi e numeri contro le mafie’. A partire da luglio 2017 è iniziata l’analisi e l’approfondimento della normativa umbra (legge regionale ’16/2012′) confrontandola con il testo legislativo vigente nella regione Emilia-Romagna. Obiettivo del lavoro è stato quello di valutare l’opportunità di integrare la legge regionale umbra al fine di renderla più efficace. I lavori si sono conclusi con una proposta di legge di modifica della normativa attuale, che ha iniziato l’iter di discussione e partecipazione nelle Commissioni consiliari”.
Il presidente della Commissione di inchiesta ha poi aggiunto che “le integrazioni più rilevanti, contenute nella proposta legislativa firmata da tutti i membri della Commissione riguardano: gli accordi tra Regione ed enti pubblici in materia di giustizia e di contrasto alta criminalità; la diffusione della CULTURA DELLA LEGALITÀ e della cittadinanza responsabile nel mondo economico; la promozione della responsabilità sociale delle imprese, la CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ e il “rating di legalità” ai fini della concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e di accesso al credito bancario; previste azioni mirate al RECUPERO E L’UTILIZZO DEI BENI IMMOBILI CONFISCATI O SEQUESTRATI alle Mafie.
Rispetto ai contratti pubblici dì lavori, servizi e fornitura da parte della Regione e degli enti, agenzie regionali nonché delle aziende del servizio sanitario regionale e delle società soggette alla vigilanza o al controllo della Regione viene introdotta una serie dì BUONE PRATICHE da seguire dando attuazione ai principi di economicità, efficacia, tempestività e, correttezza, libera concorrenza, non discriminazione, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità, pubblicità e rotazione. Vengono previste norme volte a favorire la legalità nei settori dell’autotrasporto e facchinaggio, del commercio, del turismo e dell’agricoltura. Prevista la realizzazione di una BANCA DATI INFORMATICA REGIONALE delle imprese esercenti il commercio, in sede fissa e su aree pubbliche, la somministrazione di alimenti e bevande e le attività ricettive. Sono state predisposte norme per la promozione della legalità nel settore agricolo ponendo in essere azioni, nella sfera delle competenze regionali, tese a favorire il CONTRASTO AL CAPORALATO, all’intermediazione illegale di manodopera, al lavoro sommerso e all’evasione contributiva in agricoltura, nell’ambito dei programmi mirati alla lotta al lavoro nero. Si è inteso, inoltre, appurare la presenza e il livello di infiltrazione delle organizzazioni mafiose nel territorio regionale umbro anche attraverso lo strumento delle audizioni, che ha permesso di incontrare i diversi attori del territorio, individuando ambiti di riferimento diversi, al fine di ottenere un quadro generale della situazione utile anche all’aggiornamento della legge regionale n.16/2012 alla quale si è addivenuti in maniera unanime”.
Giacomo Leonelli, in conclusione, ha elencato le numerose audizioni tenute dalla Commissione in tutto il periodo della sua attività rispetto all’istituzione delI’Osservatorio regionale sulla criminalità organizzata e l’illegalità; sulle modalità di gestione delle attività legate agli eventi sismici del 24 agosto 2016 e successivi; sulle nuove norme e procedure previste dal ‘Nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e le relative misure di contrasto alle infiltrazioni mafiose’; sul tema autotrasporti/logistica/facchinaggio in merito alla modifica normativa; sulla vendita ex Ospedale “Santa Maria della Stella” di Orvieto. Audizioni si sono svolte anche con: le Amministrazioni comunali di Città di Castello, Corciano, Deruta, Giano dell’Umbria, Marsciano, Perugia e Umbertide sulle vicende sfociate nella cosiddetta ‘Operazione Stìge’, che ha portato alla individuazione di infiltrazioni di carattere mafioso; i Prefetti di Perugia e di Terni sul tema inerente i decessi per overdose e gli altri eventi acuti mortali o a rischio di morte correlati all’assunzione di droghe ed alcol; i dirigenti dell’Azienda Usl Umbria2 sulle vicende inerenti la gestione dei canili e del servizio randagismo dell’Azienda”.
GLI INTERVENTI
Andrea LIBERATI (M5S): “LA COMMISSIONE HA SVOLTO UN LAVORO POSITIVO ANCHE SE SI POTEVA FARE DI PIÙ. Sono state ascoltati molti soggetti e organismo anche se non c’è stata una leale collaborazione tra enti dello Stato, da parte dell’ex precedente Prefetto di Perugia, che ci ha anche fatto pervenire una serie di documenti su Gesenu con alcuni omissis che invece al Comune di Perugia erano stati trasmessi senza censure. Bisogna lavorare sulle scuole e sulle università, dato che ci sono spazi per formare alla cultura della legalità. Si può fare di più sul tema dei grandi interessi, intervenendo su questioni ambientali e sanitarie rilevanti. L’arrivo della Commissione parlamentare sulle Ecomafie permetterà forse di affrontare annose problematiche che negli ultimi decenni non hanno trovato ascolto: come per le ceneri della Valnestore oggetto dagli anni ‘80 di segnalazioni e denunce, senza che sia avvenuto nulla; il caso della acciaierie di Terni è ancora più grave e l’indagine non deve riguardare il futuro ma anche il passato e i danni causati su una porzione molto vasta del territorio regionale. La Commissione regionale di inchiesta è carente e dovrebbe farsi sentire: la politica non ha limiti e può intervenire sul disastro in corso. Dobbiamo raccontare una contro verità che fa solo bene e serve a dar voce a chi fino ad ora è stato escluso. La Commissione dovrebbe uscire dal Palazzo e farsi vedere nei luoghi più critici del territorio, senza timore e senza inibizioni verso tabù giudiziari o di eccessivo rispetto dei poteri”.
Claudio RICCI (misto Rp Ic): “ IL LAVORO DI COMMISSIONE E OSSERVATORIO È POSITIVO E POTRÀ PORTARE AD AZIONI UTILI PER MIGLIORARE IL QUADRO COMPLESSIVO DI LEGALITÀ IN UMBRIA. Le leggi sono importanti ma da sole non producono maggiore legalità. Ho apprezzato il progetto di legge che punta molto su scuole, università aggiornamento professionale e imprenditoriale per la diffusione della cultura della legalità. Positivo anche il lavoro dell’Osservatorio, visto che risulta fondamentale unificare le informazioni che già vengono raccolte, ma che devono essere sistematizzate e aggregate. La direzione investigativa antimafia si riferisce all’Umbria scrivendo di ‘evidenti sodalizi mafiosi’, di ‘flussi dal sud Italia verso l’Umbria’ e di ‘reati ambientali legati a personaggi dell’est Europa’. Il tema del riciclaggio del denaro e quello dello smaltimento illegale dei rifiuti nelle discariche e nei terreni agricoli rappresentano delle emergenze a cui prestare la massima attenzione. Le relazioni delle Commissioni parlamentari degli anni scorsi contengono già indicazioni importanti per agire in modo operativo. Il decreto 135 del 2018 ha abolito il sistema elettronico di tracciamento automatico dei rifiuti attraverso il gps. È così più difficile verificare i movimenti dei camion che trasportano rifiuti, operazione che ora viene affidata ad una autocertificazione cartacea”.