Umbria, mega truffa per centinaia di risparmiatori. La storia di Carlo e Antonia. I casi di Banca Etruria e Marche sugli umbri
GUBBIO – “Abbiamo investito i risparmi di una vita in quelle maledette obbligazioni, una vita di sacrifici e di lavoro all’estero. Poi lunedì siamo andati in banca (Banca Etruria, ndr) per un’altra operazione e la funzionaria ci ha comunicato che i nostri risparmi non c’erano più, azzerati in un attimo”. Questa è la storia di Carlo e Antonia, una delle tante dei risparmiatori danneggiati dal decreto che ha salvato Banca Etruria, Banca Marche e gli istituti di credito di Chieti e Ferrara. Una storia come le tante di coloro che si sono rivolti agli sportelli dei consumatori Adoc dell’eugubino gualdese. “Siamo rimasti sorpresi e increduli – hanno raccontato – impossibile credere a quanto accaduto”.
Le associazioni dei consumatori intanto sono al lavoro. “La strada di una class action – spiega Angelo Garofalo, presidente regionale Adoc – non è percorribile, in quando siamo in presenza di pratiche individuali. Noi ci stiamo muovendo creando un comitato per riunire le persone coinvolte e cercare di recuperare il maltolto. Parallelamente presenteremo un esposto in Procura, perché in molti di quelli che si sono rivolti a noi hanno lamentato di essere stati non adeguatamente informati”. In qualche giorno ad Adoc sono arrivate 80 telefonate, tra azionisti e obbligazionisti che hanno visto azzerati i propri risparmi. “Indispensabile – spiega Garofalo – è anche la modifica del decreto del Governo”.
In piena attività anche Cgil e Federconsumatori che in una nota congiunta esprimono “sconcerto” per il cosiddetto “decreto salva-banche”. “Il nostro territorio – dicono – è coinvolto pienamente, in particolare nell’area del Gualdese, dove l’istituto di credito locale è stato riassorbito in passato da Banca Etruria. Per questo denunciamo la gravità della mancata salvaguardia dei piccoli clienti che hanno fatto ricorso a obbligazioni subordinate, in quanto spesso inconsapevoli dei rischi presenti nei prodotti, tanto più se emessi nell’ultimo periodo e quando collegati in maniera poco chiara e trasparente alla concessione di mutui”. Cgil e Federconsumatori lanciano anche un allarme: “Spesso – spiegano – gli stessi dipendenti di queste banche erano spinti o addirittura costretti dalle condizioni presenti all’intero degli istituti a collocare prodotti finanziari a rischio”. Si chiede quindi un intervento dei parlamentari umbri, della Regione e dei consiglieri regionali eletti sul territorio per sollecitare il governo nazionale a salvaguardare i risparmiatori, che tra l’altro “sono concentrati in una delle aree di maggior crisi della nostra regione”.
Il caso nel frattempo arriva anche al Comune di Perugia, con un ordine del giorno firmato dai consiglieri comunali Diego Mencaroni e Nilo Arcudi. Il documento chiede alla Giunta di intervenire affinché “i risparmiatori possano avere le massime tutele possibili per recuperare i risparmi da loro investiti”.