Donne e lavoro, in Umbria la disoccupazione è al 53,6%, il punto in un convegno a Perugia
PERUGIA – Il tasso di disoccupazione delle donne in Umbria è superiore di quello a livello nazionale e si attesta al 53,6%. Il dato è stato discussione in occasione dell’incontro che si è tenuto in Provincia su “Donne e mercato del lavoro nella provincia di Perugia: opportunità e rischi del jobs act”.
A fare i saluti istituzionali del convegno è stata la consigliere provinciale Erika Boghesi che ha ricordato che questo è solo il primo di una serie di incontri che si terranno nel territorio per la Festa della Donna. “I ruoli delle donne – ha affermato Borghesi – nella società sono molteplici e tutti essenziali volti all’equilibrio familiare e sociale. La rappresentanza femminile cala negli ambiti politici o nelle posizioni apicali delle aziende pubbliche o private. Sarà compito della neo Provincia, quella voluta dalla legge Del Rio, ridare slancio alla promozione delle pari opportunità”.
L’incontro è proseguito con gli interventi di Adriano Bei Coordinato dal Direttore Area lavoro e formazione della Provincia, Romano Benini Consulente lavoro, Maria Zappelli Cardarelli Presidente Comitato imprenditoria Camera di Commercio e Gemma Paola Bracco Consigliera di parità. Di sforzo culturale per il cambiamento ha parlato Benini che ha voluto far affiorare come le sviluppo dei paesi emergenti passi attraverso l’incremento delle politiche di genere. I paesi scandinavi sono più forti e giusti, e funzionano meglio, perchè hanno una forte politica di genere. Il nemico di quest’ultima è lo ‘stereotipo di genere’. Per esempio, secondo un rapporto Ocse, i genitori sono portati a pensare che i loro figli maschi seguiranno studi tecnico matematico scientifico, mentre le femmine no, perchè più inclini verso le materie umanistiche. Il risultato è l’iniezione di sfiducia nelle ragazze tra i 15 e i 18 anni.
“In Umbria, al pari del resto d’Italia, – ha detto Bei – donne e giovani sono le due categorie sociali che hanno pagato maggiormente il prezzo della crisi economica. I numeri parlano chiaro: il tasso di occupazione delle donne a livello nazionale è pari al 46,8%, quello degli uomini è del 64,7%. A livello regionale il tasso femminile sale al 53,6% per poi prendere altri 2 punti in più sul dato provinciale 55,2%. Dal rapporto Istat 2014 emerge un dato interessante; le donne entrano nel mercato del lavoro per sopperire alla disoccupazione del partner. Questo dato si unisce a quello delle donne in cerca di occupazione, ovvero che si sono registrate presso i Centri per l’Impiego nel 2014, che arrivano a quota 11.540 circa 519 unità in più rispetto al 2013. Quindi le donne sono sempre più in cerca di lavoro e i contratti che vengono stipulati per il 53,3% sono a tempo determinato. Sul versante formazione professionale e delle politiche attive del lavoro, la presenza femminile a livello provinciale è del 57,3% del totale, con partecipazione alla formazione di donne laureate o diplomate con età compresa fra i 30 e i 39 anni”.
A chiudere gli interventi è stata Gemma Paola Bracco che ha esaminato le novità positive del Jobs act, dove si evidenziano finanziamenti in aumento per il telelavoro e aumento della tutela della maternità con estensione di alcuni diritti anche al padre del bambino. “Voglio sottolineare – ha chiuso Bracco – una tutela che mi sta molto a cuore, riconosciuta nel Jobs act, ovvero l’astensione dal lavoro per 3 mesi a favore delle donne che abbiano subito violenza o stalking”.