“Eco e sisma bonus in fattura? Un regalo ai grandi gruppi”. Cna chiede l’abrogazione di un articolo del decreto crescita
PERUGIA – “Cna Umbria ha chiesto a tutti i parlamentari eletti nella nostra regione un impegno per l’abolizione dell’art. 10 del decreto Crescita che rischia di rendere inapplicabili gli incentivi previsti dall’eco e sisma bonus e di far uscire dal mercato migliaia di piccole e medie imprese, a tutto vantaggio dei grandi gruppi”.
Pasquale Trottolini, responsabile di Cna Costruzioni Umbria, è allarmato dalla prossima entrata in vigore del provvedimento con cui lo Stato, di fatto, scarica i propri costi sulle imprese dell’edilizia, sugli impiantisti e i serramentisti.
Nelle prossime settimane, infatti, il cittadino che volesse usufruire degli incentivi previsti dall’eco-bonus e sisma-bonus, potrà scegliere tra ricevere il rimborso cui ha diritto diluito in dieci anni attraverso le detrazioni fiscali, oppure ottenere immediatamente lo stesso importo sotto forma di sconto in fattura. Facile immaginare quali saranno le scelte dei contribuenti.
“Il problema – aggiunge Trottolini – è che i benefici per il cittadino derivanti dal rimborso immediato vengono scaricati direttamente sulle imprese che eseguono i lavori, che dovranno anticipare il bonus di tasca propria, recuperandolo dallo Stato sotto forma di credito di imposta in ben 5 anni!”
“Si tratta di una misura non solo gravemente dannosa per i lavoratori autonomi e le imprese di piccole e medie dimensioni – aggiunge Giuliano Montanucci, portavoce regionale degli impiantisti termoidraulici della Cna – ma che rischia di rendere inapplicabili l’eco e il sisma bonus perché non si troveranno imprese disposte ad anticipare i soldi e, quindi, ad eseguire i lavori. Oltretutto, molto spesso le piccole e medie imprese non hanno una capienza sufficiente per compensare i crediti di imposta che deriverebbero dallo sconto in fattura. Gli unici a guadagnarci davvero saranno i grandi gruppi e le multiutilities, molte delle quali a partecipazione statale, che possono vantare rilevanti crediti di imposta da compensare e capacità finanziarie ed organizzative adeguate a sostenere l’anticipo economico”.
“Per questo – afferma Mirko Papa, presidente di Cna Costruzioni Umbria – pensiamo che questa legge si configuri come un vero e proprio ostacolo alla libera competizione e un atto di concorrenza sleale nei confronti delle piccole e medie imprese. Tanto che abbiamo deciso di ricorrere sia alla Commissione Europea che all’Autorità garante per la tutela del mercato e della concorrenza (AGCOM) che, dal canto suo, aveva già riconosciuto la legittimità e la correttezza delle critiche espresse dalla CNA durante la discussione parlamentare sul decreto Crescita”.
Nonostante ciò il decreto è diventato legge, anche se l’entrata in vigore dell’art. 10 è vincolata all’approvazione di un regolamento che dovrà vedere la luce entro il 29 luglio.
“La nostra richiesta ai parlamentari eletti in Umbria è che, intanto si adoperino per bloccare l’emanazione del regolamento che dovrà essere adottato dall’Agenzia delle Entrate e, quindi, l’entrata in vigore della norma. Ma l’altro passo deve essere l’abrogazione definitiva dell’art. 10. Se non sarà così – conclude Pasquale Trottolini – si intesteranno politicamente i danni economici subiti da decine di migliaia di piccole imprese e la perdita di molti posti di lavoro.”