Perugia, esplosione a Colombella, inchiesta sulle bombole di gas
PERUGIA – Troppo gas nella bombola o una custodia non corretta? Questo dovrà accertare l’inchiesta aperta sull’esplosione di Colombella, dove sono rimaste ferite sei persone, di cui quattro in maniera grave. I vigili del fuoco di Perugia, che gestiscono le indagini tecniche, hanno sequestrato almeno cinque bombole di gas: quella che si è aperta e da cui è fuoriuscito il gpl che ha innescato la palla di fuoco che ha investito persone e cose, un’altra portata fuori dal recinto dell’abitazione in cui è avvenuto l’incidente, e tre che si trovavano nel piazzale di fronte ai vani dove venivano fatti bollire i pomodori (le persone ferite stavano facendo la conserva ndr).
La bombola che ha ceduto non stava alimentando il fornello e si trovava da parte, vicino alle persone che stavano preparando i pomodori. Non ci sono invece particolari dubbi, invece, sull’innesco dell’incendio. Il fornello già acceso per far bollire i pomodori avrebbe innescato la fiamma con il gas fuoriuscito.
Sei i feriti, di cui tre di grave entità. Si tratta di tre donne di 65, 72, e 73 anni e di tre uomini di 74, 45 e 49 anni. Quattro sono in prognosi riservata in condizioni gravi ma stazionarie. Quella in condizioni peggiori è una donna di 65 anni, che ha riportato ustioni di III grado per oltre il 70% della superficie corporea.
La 65enne e la 72enne sono state trasferite al Niguarda di Milano e al Centro grandi ustionati Bufalini di Cesena. Trasferito al Sant’Eugenio di Roma anche il ferito più giovane, che ha riportato anche lui ustioni sul 40 per cento del corpo. Gli altri tre pazienti sono ricoverati in dermatologia.
Dall’ufficio stampa dell’Azienda Ospedaliera di Perugia fanno sapere che restano gravi le condizioni dei tre ustionati dell’esplosione di Colombella, trasferiti ieri pomeriggio nei centri di Milano, Pisa e Cesena. Le condizioni più critiche sono quelle di una delle tre donne rimaste vittima dello scoppio della bombola di gas, ustionata per l”80% della superficie corporea. A tenersi in contatto con i vari centri Grandi Ustionati il prof. Luca Stingeni, che questa mattina assieme al Dr. Leonardo Bianchi ha proceduto alla valutazione delle condizioni degli altri feriti. Come previsto è stata trasferita con una autoambulanza del 118 la donna di 73 anni, che é stata stabilizzata e monitorata per 24 ore. La stessa, trasferita al Sant’Eugenio di Roma, presenta “una vasta ustione di terzo grado profonda ai 2/3 del dorso, oltre a ustioni di secondo/terzo grado degli arti superiori e inferiori, per un totale di superficie ustionata pari al 25%”, come viene precisato dal stesso direttore della struttura di Dermatologia.Il quadro clinico dei due feriti tutt’ora ricoverati al S. Maria della Misericordia viene definito soddisfacente dai sanitari.
L’uomo di 49 anni presenta ustioni di II/III grado al volto, arto superiore sinistro, tronco e arti inferiori per un totale del 25% della superficie cutanea. “L’arto inferiore destro presenta ustioni profonde e soprattutto per quest’ultimo aspetto – sottolinea il Prof. Stingeni- verrà valutata nell’arco delle prossime 24-48 ore la necessità di trasferire anche questo paziente in un centro grandi ustionati”. La situazione decisamente meno preoccupante riguarda il paziente di 74 anni che presenta ustioni più lievi e per una estensione inferiore (20%).
L’attenzione adesso si sposta sulle bombole e sul loro corretto uso. Il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Marco Frezza, ha specificato come il pericolo possa essere limitato se se ne fa un uso corretto. L’importante è quindi l’acquisto da rivenditori autorizzati e non avvicinarle a fonti di calore.