Ex Merloni, Regione e sindacati: “Il Governo intervenga subito”, il 12 scade la cassa
La Regione Umbria e le forze sociali del territorio chiedono con forza un confronto diretto e operativo con il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi entro e non oltre il prossimo 12 ottobre, giorno in cui 630 lavoratrici e lavoratori ex Merloni vedranno esaurirsi la cassa integrazione e saranno licenziati in maniera irreversibile. Una prospettiva drammatica che oggi è stata al centro del incontro svolto in Regione tra le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, con le categorie territoriali di Fim Fiom e Uilm, e l’assessore Vincenzo Riommi.
Oltre al nodo licenziamenti che riguarda centinaia di lavoratori in una fascia d’età critica (48-50 anni), ci sono poi altri due aspetti fortemente preoccupanti. Il primo è lo stallo in cui versa la Jp (azienda subentrata in parte nelle produzioni ex Merloni), realtà che, nonostante le rassicurazioni del ministero e un accordo sul quale si starebbe lavorando con le banche, non ha ancora ripreso l’attività produttiva, mentre avanza un’eventualità assolutamente da scongiurare, ovvero che quel poco di attività produttiva residua venga concentrata tutta sul versante marchigiano. Infine, resta irrisolta la questione dell’accordo di programma: un fantasma, nonostante i 35 milioni di euro stanziati e le sollecitazioni ripetute da parte dei presidente delle Regioni Umbria e Marche, Marini e Spacca, che hanno anche richiesto al governo di allungare i tempi e rimodulare le procedure, per rendere l’accordo stesso realmente praticabile.
Al termine dell’incontro sindacati e Regione hanno concordato sulla necessità di una forte iniziativa comune, seppure nel rispetto della diversità di ruoli. Da parte loro Cgil, Cisl e Uil proseguiranno la mobilitazione per la “Vertenza Umbria”, con al centro le due grandi questioni industriali del momento, Ast ed appunto Merloni. Un’iniziativa – hanno spiegato i tre segretari regionali umbri Bravi, Sbarra e Bendini – volta a contrastare il pesante processo di deindustrializzazione della regione che sta già causando un evidente indebolimento del tessuto sociale umbro.