Ex Merloni, i sindacati di Umbria e Marche sollecitano: “Si attivino gli accordi di programma”
Riaccendere i riflettori sulla vicenda della ex Merloni e trovare un accordo per il futuro della JP Industries. Tutto ciò può avvenire solo con l’attivazione degli accordi di programma. E’ quanto hanno sottolineato a Fabriano i sindacati regionali di Marche e Umbria di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil in un incontro pubblico sulla reindustrializzazione del territorio fabrianese. Presenti oltre 500 persone insieme al governatore delle Marche Gian Mario Spacca e all’assessore regionale allo Sviluppo economico della Regione Umbria Vincenzo Riommi, e a diversi sindaci, parlamentari e consiglieri regionali di Marche e Umbria.
“È inaccettabile – è stato detto – che sulla vertenza più ‘antica’ del centro Italia non si riescano a fare passi avanti. Un intero territorio, la fascia appenninica umbro-marchigiana, aspetta da anni risposte, che sono ancora totalmente assenti”.
“Chiediamo al Governo di attivare gli accordi di programma – ha detto Marco Manzotti della Cgil Marche -, dopo 2 anni non siamo riusciti a realizzare nessun progetto a causa della rigidità della legge 181 e per la farraginosità della procedure. Oggi, da Fabriano, vogliamo riaccendere i fari su questa vicenda affinché il governo si attivi il prima possibile e metta mano ad una semplificazione delle procedure degli accordi di programma”.
Per Stefano Mastrovincenzo, della Cisl, “ci troviamo davanti a una situazione critica e per questo chiediamo al governo di snellire le procedure degli accordi di programma; è questa la strada da percorrere per rilanciare un territorio duramente colpito”. E Graziano Fioretti della Uil: “Ci sono fondi che giacciono inutilizzati in modo scandaloso, importanti per costruire qualcosa che possa invertire la situazione di crisi. Occorrono iniziative del Governo che consentano di facilitare l’accesso agli accordi di programma”.
Sebbene l’assemblea sia stata molto partecipata, è pesata l’assenza del viceministro De Vincenti invitato, che era stato invitato a portare la voce del governo. “E ad aggravare questa assenza – ha commentato il segretario regionale della Cgil Umbria, Mario Bravi – è stata la nota inviata dal viceministro, che è apparsa assolutamente inadeguata, visto che vi si leggeva di ‘difficoltà nell’applicazione dell’accordo di programma’, quando in realtà su questo versante siamo fermi al palo e i 35 milioni resi disponibili sono rimasti nel cassetto”.
“A questo punto – ha affermato Bravi – Cgil, Cisl e Uil di Umbria e Marche pretendono in tempi stretti un confronto diretto con il governo Renzi su questa annosa e pesante vertenza, dalla quale dipende il futuro di 3000 famiglie della fascia appenninica umbro-marchigiana. Se questo non avverrà – conclude il segretario della Cgil Umbria – siamo pronti a mettere in campo tutte le forme di mobilitazione necessarie. Non possiamo aspettare oltre”.
Per il presidente della Regione e Marche, Gian Mario Spacca “è fondamentale tenere accesa l’attenzione delle Istituzioni centrali dello Stato che hanno la responsabilità di gestire queste vertenze. Importante, soprattutto, il coinvolgimento dei parlamentari umbri e marchigiani, visto che la partita si gioca tutta a Roma”.
“Per la prima vicenda – ha detto ancora Spacca – la situazione è ormai paradossale. Da un lato ci sono le due Regioni, Marche e Umbria, che si sono impegnate per l’attuazione della parte di propria competenza dell’Accordo di programma. Grazie alle risorse stanziate sono stati avviati 40 progetti industriali, con investimenti per oltre 17 milioni di euro di cui 5 di contributo regionale. Questi progetti hanno creato 125 posti di lavoro. Per contro c’è l’inerzia del ministero dello Sviluppo economico che non ha ancora attivato un euro dei 35 milioni di parte nazionale. L’appello che abbiamo più e più e più volte lanciato e che ribadiamo oggi al Mise è di sbloccare subito le risorse nazionali e semplificare le procedure per l’avvio di iniziative imprenditoriali. Ci sono tanti imprenditori disponibili ad investire e devono essere aiutati a farlo, non ostacolati”.