Ex Merloni, l’accordo di programma si estende fino al 2017. Cgil: “La priorità: rioccupare 1600 operai”
Giudizio positivo da parte della Cgil e della Fiom dell’Umbria sulle novità emerse dall’incontro di oggi al Mise con il viceministro Claudio De Vincenti sulla vertenza ex Merloni e sul futuro dell’area appenninica umbro-marchigiana.
“Il sindacato – spiega il segretario generale della Cgil dell’Umbria, Mario Bravi – ha apprezzato l’impegno del governo ad emanare in tempi strettissimi un decreto ministeriale che allunghi, fino al 2017, la durata dell’accordo di programma (attualmente in scadenza a marzo 2015), rendendolo al contempo più accessibile e flessibile, per favorire la presentazione di progetti imprenditoriali, non più soltanto nel settore industriale, ma anche in quello turistico e della valorizzazione ambientale. A febbraio – sottolinea Bravi – verificheremo se questo sarà messo in pratica”.
”Più in particolare – riferisce il responsabile nazionale elettrodomestici della Uilm Gianluca Ficco – il ministero ha spiegato che è stata già preparata una bozza di decreto ministeriale, attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni, che prorogherà di due anni la data di scadenza, altrimenti prevista per il 19 marzo, e che renderà più agevoli i criteri di accesso ai benefici per le imprese interessate. Fino ad ora i criteri di accesso ai benefici sono stati, difatti, così restrittivi e complessi da impedire nei fatti l’impiego delle risorse. Saranno modificati i regimi di garanzia e di erogazione dei finanziamenti, nonché l’ambito dell’intervento di cui è previsto un ampliamento”.
“Naturalmente – ha commentato Ficco – accogliamo il rinnovato impegno del Mise con favore, anche se con una dose di inevitabile scetticismo che a questo punto solo i fatti potranno fugare”.
Nel corso dell’incontro Cgil e Fiom hanno poi posto il problema dell’indirizzo delle risorse disponibili: “Quei soldi – afferma ancora Bravi – vanno finalizzati alla rioccupazione dei 1400 lavoratori (600 in Umbria) che sono rimasti fuori dopo il fallimento della Antonio Merloni”. E c’è un grande problema, segnalato dal sindacato, quello della scadenza della mobilità per queste centinaia di lavoratori, che non coincide temporalmente con i nuovi tempi dell’accordo di programma.
Impegno del governo anche sulla questione JP Industries, la nuova azienda subentrata in parte alla vecchia Merloni. Il viceministro ha infatti assicurato il mantenimento dell’attività produttiva anche nel sito umbro di Colle di Nocera e l’impegno verso le banche per una pronta ripresa produttiva.
“Per quanto invece concerne la JP, la società che più di tre anni fa ha rilevato dall’amministrazione straordinaria le fabbriche del bianco dell’A. Merloni – ha spiegato Ficco – il ministero ha assicurato che si sta elaborando un Contratto di ricerca e sviluppo, e non si esclude di poter attivare in aggiunta anche un Contratto di sviluppo. Resta infine l’impegno a favorire quanto prima la conclusione di un accordo con le banche, che finalmente fughi l’incertezza derivante dall’accoglimento del loro ricorso giudiziario”.
“Questa mattina è emersa una situazione abbastanza positiva – è il commento di Luciano Recchioni, della Fiom Cgil e lavoratore JP – perché l’annunciata modifica della legge 181 permette una rimodulazione dell’accordo di programma che noi chiediamo da tempo. Inoltre, la Regione, per bocca dell’assessore Riommi, ribadisce la presenza di diversi soggetti interessati a presentare progetti imprenditoriali per l’area. Tuttavia – conclude Recchioni – i tempi sono ormai strettissimi dato che ad ottobre finisce la mobilità per molti lavoratori ex Merloni e che per noi di JP la cassa integrazione si esaurirà con la fine del 2015. Dunque, febbraio deve essere il mese delle decisioni”.
“Si comincia a vedere la luce in fondo al tunnel”, commenta così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) che sottolinea anche le novità per la Jp Industries. “Una soluzione nel contenzioso ci sarebbe e sarà formalizzata al più presto. Bene – spiega il consigliere Samcchi – anche le garanzie arrivate per il sito di Gaifana e gli impegni del governo a mettere in campo nuove risorse per l’azienda. Sono arrivati risultati frutto del lavoro delle istituzioni e dei sindacati, che non hanno mai permesso che su questa vertenza si spegnesse la luce”.